Interventi militari ed Europa, le scelte del nuovo presidente francese Emmanuel Macron
Il mondo visto da Emmanuel Macron ha ancora diversi punti in sospeso. La sua idea di politica estera ricalcherà in parte quella di François Hollande, con alcune differenze, in particolare sull’Europa e gli interventi militari all’estero. Di sicuro il leader di En Marche è molto atteso sulla capacità di muoversi in un contesto internazionale sempre […]
Il mondo visto da Emmanuel Macron ha ancora diversi punti in sospeso. La sua idea di politica estera ricalcherà in parte quella di François Hollande, con alcune differenze, in particolare sull’Europa e gli interventi militari all’estero. Di sicuro il leader di En Marche è molto atteso sulla capacità di muoversi in un contesto internazionale sempre più teso. In campagna elettorale Macron è stato accusato di essere troppo giovane e inesperto per affrontare leader come Donald Trump e Vladimir Putin. Ha il vantaggio di parlare un inglese fluente, diversamente da suoi predecessori. Macron si è finora concentrato sulla “rifondazione” dell’Europa. Ma la luna di miele con i partner europei potrebbe non durare a lungo. «La Francia spende troppo e male» ha ricordato ieri il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker. Macron dovrà approvare rapidamente le riforme promesse se vuole mantenere credibilità e peso politico in Europa. RUSSIA – “Reciproca diffidenza” e il nodo delle sanzioni. Macron non era il candidato di Mosca in questa elezione e si capisce perché: il suo programma non prevede il riconoscimento dell’annessione della Crimea né lo sblocco delle sanzioni economiche. Il nuovo leader francese porterà avanti la posizione di Hollande, ovvero dialogo ma senza transigere su alcuni principi. L’incontro con Putin sarà un banco di prova per vedere se il giovane presidente francese, senza grande esperienza internazionale, è capace di tenere testa a un peso massimo come il leader russo. Nelle ultime settimane En Marche ha vietato l’accesso ad alcuni media della propaganda russa e lo staff sospetta la Russia di aver organizzato gli attacchi hacker. Putin è stato uno degli ultimi a congratularsi con Macron, augurandosi che venga superata la “reciproca diffidenza». MEDIO ORIENTE–“Processare Assad”. Transizione dura in Siria. Macron non ritiene che la partenza del presidente Assad sia una condizione necessaria alla risoluzione del conflitto in Siria e cita gli esempi fallimentari di interventi in Libia e Iraq. «Sono per una soluzione inclusiva e la transizione verso un nuovo regime», ha spiegato il leader di En Marche, citando l’ipotesi di integrare alcuni membri del regime nei negoziati per una transizione. Dopo l’attacco chimico del 4 aprile, che ha provocato 86 vittime tra cui molti bambini, la posizione del leader francese è diventata più dura: «Assad è il nemico del popolo», ha detto Macron che ha chiesto che venga «giudicato per crimini contro l’umanità» e ha auspicato un intervento militare sotto l’egida dell’Onu. Sul conflitto israelo-palestinese la posizione non cambia rispetto ai suoi predecessori. EUROPA – Integrazione più forte per l’Eurozona subito la lotta al dumping sociale. È l’asse centrale del programma del nuovo presidente, affidato al suo consigliere Clément Beaune, che si occupa delle relazioni europee sin da quando era ministro dell’Economia. Macron ha promesso una «rifondazione» seguendo la logica dei «cerchi concentrici». Integrazione rafforzata per i paesi dell’eurozona (ministro delle Finanze e bilancio comune). Formato variabile su Difesa e sicurezza. Europa a 27 su temi come ambiente, digital agenda. La prima visita del neopresidente sarà a Berlino la settimana prossima. Con la Cancelliera l’idea è annunciare subito una road map di riforme. Macron ha bisogno di lanciare già prima delle elezioni politiche di giugno un segnale agli elettori francesi sulla lotta al dumping sociale, con la modifica della direttiva sui lavoratori distaccati, la tutela di alcuni diritti sociali: è probabile che incontrerà l’opposizione dei paesi dell’Est. STATI UNITI –Retromarcia dell’impaziente Trump, si parte dall’intesa sull’antiterrorismo. Donald Trump ha fatto apertamente il tifo per Marine Le Pen. Il leader di En Marche ha invece ricevuto qualche giorno fa il sostegno di Barack Obama. Domenica sera Trump è stato tra i primi a congratularsi con Macron, sostenendo di essere «impaziente di lavorare insieme». Uno dei primi punti da discutere sarà la collaborazione sulla lotta contro il terrorismo islamico. Il nuovo capo di Stato francese vuole mantenere l’impegno militare tra Iraq e Siria insieme alle truppe Usa, ma anche lanciare la Difesa comune europea. L’altro punto sensibile è il rispetto dell’accordo di Parigi sul clima, difeso da Macron e su cui il presidente americano mantiene l’ambiguità. I due leader si incontreranno a Bruxelles il 25 maggio. Tra i nomi possibili per il nuovo ministro degli Esteri circola quello dell’attuale ambasciatore a Washington, Gérard Araud, autore di un controverso tweet all’indomani dell’elezione di Trump. CINA – La lotta alla concorrenza inclina l’intesa sul clima. Anche sulle relazioni con la Cina, Macron dovrebbe riprendere l’approccio del suo predecessore. Hollande aveva sviluppato buone relazioni con il presidente Xi Jinping, rivelatosi un alleato prezioso in alcuni negoziati, come quello sulla conferenza del clima. Il leader di Pechino si è guardato bene dall’intervenire nella campagna elettorale. Xi si è congratulato ieri per la vittoria del leader di En Marche, auspicando di rafforzare «una partnership omnicomprensiva». Quando era ministro dell’Economia, Macron ha però preso alcune posizioni dure contro il dumping cinese in alcuni settori industriali, come la siderurgia. E da neopresidente francese vuole portare questa battaglia a Bruxelles prossimamente aprendo un possibile conflitto con Pechino. AFRICA –Più aiuti economici per fermare i migranti. Il continente africano fa parte delle priorità di Macron in politica estera, in particolare per rafforzare la cooperazione alla crescita economica. Macron ha promesso di aumentare sul lungo periodo i fondi per gli aiuti allo sviluppo fino allo 0,7% del Pil. Le relazioni diplomatiche con il continente sono fondamentali nella lotta all’immigrazione. Macron vuole siglare accordi con i Paesi d’origine o di transito dei migranti in modo da ottenere garanzie sul controllo dei flussi. Sul fronte della lotta al terrorismo, potrebbe fare il suo primo spostamento all’estero in Mali e nel deserto del Sahel per incontrare i soldati francesi impegnati contro i jihadisti.Ha già detto però che gli interventi militari in Africa decisi da Hollande dovranno finire nel medio periodo. (la Repubblica)