La sfida di Firenze: marciapiedi bagnati contro i turisti che bivaccano. L’idea di Nardella: «Acqua anche sui sagrati»
La sfida è scattata oggi all’ora di pranzo sotto un solleone da 30 gradi e oltre. Ma non chiamatela «Mezzogiorno di fuoco», non solo perché l’orario è posticipato di una o due ore, ma perché al posto del fuoco ci sarà l’acqua, tanta, sparata con gli idranti anti-bivacco. Gli uomini di Alia, l’azienda dei servizi […]
La sfida è scattata oggi all’ora di pranzo sotto un solleone da 30 gradi e oltre. Ma non chiamatela «Mezzogiorno di fuoco», non solo perché l’orario è posticipato di una o due ore, ma perché al posto del fuoco ci sarà l’acqua, tanta, sparata con gli idranti anti-bivacco. Gli uomini di Alia, l’azienda dei servizi ambientali fiorentina, bagneranno i sagrati e le scalinate delle prime due chiese capolavoro di Firenze: Santa Croce e Santo Spirito. L’obiettivo? Quello di scoraggiare turisti impertinenti e «bivaccatori» impenitenti, a sedersi davanti a questi monumenti azzannando panini, sgranocchiando patatine, sbevacchiando birra, vino e coca cola. Nel mirino c’è il «lato B» dei maleducati che, se decideranno di sedersi, dovranno sopportare l’umidità per tutto il giorno e girovagare con orribili macchie su pantaloni e gonne. L’idea l’ha avuta il sindaco Dario Nardella che l’ha annunciata ieri durante un programma radiofonico. «Passeremo nelle ore di pranzo sia sulle gradinate delle chiese che sui marciapiedi delle strade dove ci sono più alimentari — conferma Nardella — con un doppio obiettivo: pulire i marciapiedi ed evitare l’imbarazzante bivacco dei turisti. Il centro storico di Firenze è un patrimonio dell’umanità, un museo a cielo aperto e non un luogo per improbabili picnic». Dunque si è iniziato oggi con due chiese simbolo di Firenze. La basilica di Santa Croce è un capolavoro di arte gotica e qui sono sepolti Machiavelli, Michelangelo, Leon Battista Alberti, Galileo Galilei (soltanto per fare alcuni nomi) e davanti alla scalinata, presa d’assalto dai bivaccatori, trionfa la statua di Dante Alighieri; la basilica di Santo Spirito, in Oltrarno, è opera del Brunelleschi, conserva capolavori della pittura e ha anche un significato, se pur più frivolo, nell’età postmoderna: qui è stata girata la famosa scena del funerale di «Amici Miei», il film cult diretto da Mario Monicelli. Dopo le due basiliche, tocca ad altri punti nevralgici. Come Santa Maria del Fiore, la cattedrale della città, dove però esiste già un’efficiente rete di sorveglianza dell’Opera del Duomo. E ancora il sagrato della bellissima chiesa di Santa Maria Novella a due passi dall’omonima stazione e probabilmente anche piazza San Firenze sugli scalini dell’ex tribunale che si sta trasformando nel museo dell’archivio del regista Franco Zeffirelli. E chi si vuole sedere? «Il centro storico è pieno di panchine, come in piazza della Repubblica — fanno sapere da Palazzo Vecchio — e riposarsi un po’ non è un problema. Altra cosa sono i bivacchi, che sono degrado allo stato puro». L’idea pare sia piaciuta alla maggioranza dei fiorentini che, via social, ha manifestato apprezzamento per l’operazione ribattezzata «mezzogiorno annacquato». Ma non mancano le critiche. «Il sindaco è così premuroso che si preoccupa di rinfrescare i bivaccatori — dice ironico Giovanni Donzelli, fiorentino, coordinatore nazione dell’esecutivo di Fdi — Il degrado di Firenze non si combatte così, ma potenziando la polizia municipale». Già, il degrado. Che è anche trasformare il centro storico in mangificio. Palazzo Vecchio ha approvato una delibera che vieta l’apertura di nuovi ristoranti e minimarket (dove si vende soprattutto alcol) e oggi il Tar si pronuncerà sul ricorso dei commercianti. Per qualcuno sarà una doccia fredda. (Corriere della Sera)