Dopo l’incontro promosso da Confindustria Salerno con gli amministratori costieri svoltosi l’altroieri ad Amalfi, da cui è emersa la concreta possibilità di realizzare un traforo in Costa d’Amalfi come probabile soluzione al traffico veicolare, Sinistra Italiana, attraverso una nota stampa, esprime la sua contrarietà al progetto. «Grande è la confusione sotto il cielo ma la […]
Dopo l’incontro promosso da Confindustria Salerno con gli amministratori costieri svoltosi l’altroieri ad Amalfi, da cui è emersa la concreta possibilità di realizzare un traforo in Costa d’Amalfi come probabile soluzione al traffico veicolare, Sinistra Italiana, attraverso una nota stampa, esprime la sua contrarietà al progetto.
«Grande è la confusione sotto il cielo ma la situazione non è per nulla eccellente – si legge -. Abbiamo parafrasato l’antico detto cinese per rappresentare plasticamente l’istantanea del convegno promosso dalla Confindustria salernitana sul delicato tema della viabilità che interessa la Costiera amalfitana, dove, come si dice in gergo, ognuno ha cantato la sua. Ha aperto il repertorio Luca Cascone della Commissione Urbanistica della Regione Campania il quale ha tenuto a precisare che i trafori, a prescindere, si faranno anche se non sa quanti saranno. E che siano opere ineludibili da realizzare lo ha confermato il Presidente di “Confindustria Salerno” Andrea Prete, che ha assemblato come in un grande gioco circumvallazioni, viadotti, trafori, impianti a fune e autostrade del mare. Insomma pare che per realizzare un moderno e sostenibile progetto integrato di infrastrutture se non c’è il collante delle colate di cemento proprio non si riesca a pensare ad altro.
Lo avevamo detto in una nota del novembre 2016 che è pura follia, in quanto anche il cittadino più sprovveduto intuisce che non è pensabile realizzare un grande traforo in una delle montagne più friabili della zona e immaginare di portare in costiera milioni di auto in un’area che è straordinaria proprio per la sua peculiare conformazione. Il vero obiettivo di tutto questo fantasticare cementizio, infatti, non è quello di equilibrare un’ offerta di civiltà turistica ma quello di aumentare il flusso perché più turisti significa più infrastrutture, più costruzioni residenziali, più complessi per l’ ospitalità quando, invece, dovrebbe essere esattamente l’opposto: quello di salvaguardare una delle zone più belle del mondo e riconosciuta patrimonio da tutelare dell’Unesco.
In questo delicato scrigno dell’ Umanità, qual è il territorio costiero amalfitano, una classe dirigente seria, competente e responsabile dovrebbe affrontare in primis i problemi della qualità dell’esistente e prefigurare per tali dimensioni soluzioni tecnologicamente sostenibili .
Un invito che rivolgiamo in particolar modo ai primi cittadini affinchè non vengano attratti dalle chimere delle opere faraoniche ma dal sentimento di difesa del proprio territorio che è di quanto più prezioso possano vantare.
Lo ribadiamo ancora una volta anche per la Costiera amalfitana quello che abbiamo detto a proposito di altri territori della Campania: in questa regione non ci servono gli annunci elettorali per funicolari senza corrente. Serve un governo serio: proprio quello che non c’è».
Di Antonio Di Giovanni