L’ex Varrella invita la Salernitana a non mollare: «Il Carpi si può battere. Playoff ancora possibili»
Poche ore di macchina e Franco Varrella, allenatore che sulla panchina granata ha seduto in due diverse occasioni, raggiungerà dalla sua Rimini lo stadio Cabassi di Carpi. Andrà a dare un’occhiata alla sua vecchia squadra che si gioca tanto, anzi tutto, nello sprint finale che rischia di regalare solo rimpianti per le ultime settimane in […]
Poche ore di macchina e Franco Varrella, allenatore che sulla panchina granata ha seduto in due diverse occasioni, raggiungerà dalla sua Rimini lo stadio Cabassi di Carpi. Andrà a dare un’occhiata alla sua vecchia squadra che si gioca tanto, anzi tutto, nello sprint finale che rischia di regalare solo rimpianti per le ultime settimane in cui di punti ne sono arrivati con il contagocce. Varrella, a Salerno le è toccato subire qualche critica. Questa Salernitana, incapace di vincere da tre turni e lontana dai playoff, merita comunque gli applausi? La critica nasce sempre dal concetto delle aspettative iniziali. La Salernitana era partita con certe ambizioni, poi le cose non hanno funzionato. Ma con il cambio in panchina non si è fatto bene, ma benissimo. E quindi criticare oggi, in seguito ad una partita delicata, sarebbe da folli. Non ho visto la sfida col Frosinone ma ho letto anche delle squalifiche. L’arbitro, se anche ha diretto bene, deve aver creato qualche turbativa. I playoff sembrano ormai sfumati. Si poteva fare qualcosa in più? Se si facesse l’en-plein ci sarebbero ancora speranze. C’è un’apertura talmente ampia nella zona playoff che tutto è possibile. La Salernitana ha avuto la sfortuna di incontrare lunedì sera il Frosinone, l’unica squadra al momento che voleva ancora restare in corsa per la promozione diretta. Il problema è stato l’avvio di stagione, inutile negarlo. Ma fatico a dire quali sono stati i fattori che hanno determinato le negatività iniziali. Però il periodo di Sannino è stato molto tormentato, magari qualche punto in più oggi avrebbe messo la Salernitana in una posizione diversa. Ma la squadra a mio avviso la classifica che si ritrova ce l’ha tutta nell’organico. Contro il Carpi è l’ultimissima spiaggia. Ma non c’è tanta differenza con la squadra di Castori, nonostante sia scesa dalla A. Ho visto il Carpi a Perugia, in una partita vinta dagli emiliani, ma non mi ha mica fatto questa buona impressione, anzi. Credo che la Salernitana abbia molti più elementi eclettici. Il Carpi è la classica squadra di serie B: non regala nulla, se commetti un errore ti punisce. Un undici sparagnino che fa il minimo indispensabile e che soprattutto ha fatto sua la filosofia del suo allenatore. A Castori non è riuscito il cocktail perfetto come due anni fa, la Salernitana se la può giocare senza fare troppi calcoli. La sfida non è così tanto proibitiva come sembra. Lei ha lanciato tanti giovani nel mondo del calcio. In un campionato così lungo e complicato, in un periodo in cui la squadra sembra non avere più le stesse energie di prima, quanto sarebbero serviti? I giovani sono straordinari da molti punti di vista. Ma abbiamo anche visto cos’è successo al Monaco. Quasi è sembrato di non essere all’altezza di una semifinale di Champions. È chiaro, è un pensiero che nasce dopo una singola gara. Però forse quattro, cinque ragazzi in più nell’organico non avrebbero fatto male. Perché Alberto Bollini con i giovani ci sa fare, li sa valorizzare. Ai suoi tempi la vittoria valeva 2 punti ma c’erano sempre così tante partite. Oggi è davvero così logorante la B? È cresciuto notevolmente il carico non fisico. Perché Breda è stato esonerato? Cosa voleva fare l’Entella? Al termine di ogni partita c’è uno stress psico-fisico non indifferente che devono sopportare allenatori, giocatori e società. Ed in alcuni casi sono proprio le società che li creano. La serie B ha sempre avuto questa caratteristica: si gioca tanto, c’è sempre un elevato senso agonistico ma oggi “infastidisce” altro. (La Città di Salerno)