Mourinho, una Coppa per Manchester. Lo United conquista l’Europa League e la dedica alle vittime della strage
E sì che quella coppa l’aveva detestata per tutta la vita Mou, troppo secondaria per uno che si faceva e si fa chiamare Special One, ma stavolta era diverso, questa Europa League di minore o di secondario non aveva proprio nulla, anzi, e non perché effettivamente gli consentirà di giocare la prossima Champions (senza preliminari) […]
E sì che quella coppa l’aveva detestata per tutta la vita Mou, troppo secondaria per uno che si faceva e si fa chiamare Special One, ma stavolta era diverso, questa Europa League di minore o di secondario non aveva proprio nulla, anzi, e non perché effettivamente gli consentirà di giocare la prossima Champions (senza preliminari) nonostante il modestissimo sesto posto in campionato: stavolta era altro, era di più, stavolta il calcio contava fino a un certo punto. C’era da battere i ragazzotti dell’Ajax per dedicare la coppa alle gente di Manchester e, anche se prima della finale José non aveva voluto parlare imponendo all’Uefa di cancellare la conferenza stampa ufficiale, era chiaro che c’era esattamente quel concetto dietro alla frase mandata su twitter: «abbiamo un lavoro da fare». Il lavoro era omaggiare non solo le ventidue vittime dell’attentato di martedì sera, solo quarantotto ore prima della finale, ma una città intera, ferita. «Questa vittoria è per Manchester, è stata una serata pazzesca» ha detto l’italiano Darmian, fra i migliori. L’ha vinta Mou, con la solita strategia perfetta, accortezza e cinismo, anche se a incanalare la finale di Stoccolma, giocata in un clima surreale, è stato il suo acquisto più costoso, Paul Pogba, ma va detto che senza l’evidente deviazione involontaria di Sanchez Mina la traiettoria della palla non avrebbe mai ingannato il portiere Onana. Era il 18’ del primo tempo. Ma non è stata soltanto una notte di calcio quella della magnifica Friends Arena di Solna, e non poteva che essere così: prima di cominciare, fra il commosso minuto di silenzio e il fischio d’inizio dell’arbitro sloveno Skomina tutti e 46.961 gli spettatori hanno intonato il coro «Manchester Manchester», un omaggio spontaneo visto che l’Uefa ha annullato la cerimonia d’apertura ufficiale. Una scena da brividi prima di una partita decollata quasi subito e che da subito ha lasciato intendere quale fosse il canovaccio tattico. Quando verso la mezz’ora del primo tempo, sul risultato di 1-0 per lo United, la regia internazionale ha visualizzato il dato del possesso palla, quasi 70 per cento Ajax, s’è avuta la conferma di un’impressione evidente: Mou, privo dell’infortunato Ibra, a bordo campo in stampelle, aveva ingegnosamente scelto di lasciare il comando delle operazioni agli olandesi, bravi ma acerbi, e soprattutto spiazzati. A inizio ripresa Mkhitaryan su azione da angolo ha chiuso i conti, prima che iniziasse la festa. Sentita, emotiva, vera, verissima: questa è per te, Manchester. (Corriere della Sera)