Napoli. Al Cardarelli circa 300 tra medici e colleghi dell’infermiere aggredito hanno partecipato al flash mob
Napoli. «In trecento circa si sono presentati ieri sullo scalone monumentale del Cardarelli. Infermieri, medici e amministrativi. Tutti uniti per gridare a chi venerdì si è reso protagonista dell’ennesimo episodio di aggressione: «Io sono Alessandro». E ovviamente c’era anche lui, l’infermiere pestato con un casco da moto che ora probabilmente dovrà sottoporsi ad un intervento […]
Napoli. «In trecento circa si sono presentati ieri sullo scalone monumentale del Cardarelli. Infermieri, medici e amministrativi. Tutti uniti per gridare a chi venerdì si è reso protagonista dell’ennesimo episodio di aggressione: «Io sono Alessandro». E ovviamente c’era anche lui, l’infermiere pestato con un casco da moto che ora probabilmente dovrà sottoporsi ad un intervento chirurgico per ricomporre una brutta frattura dello zigomo. Alessandro, quasi imbarazzato per tanto clamore, si è commosso nel vedere quanta solidarietà il Cardarelli, a partire dalla direzione generale, sia stato capace di manifestargli.«La risposta dell’ospedale – dice il manager Verdoliva – dimostra quale sia lo spirito con il quale ogni giorno i cardarelliani lavorano per garantire salute. Il messaggio che abbiamo voluto lanciare è semplice: “Io sono Alessandro”, per dire che la nostra è una grande azienda con una sola anima. Lo dimostra l’enorme partecipazione di medici e infermieri che hanno voluto testimoniare solidarietà al nostro dipendente aggredito venerdì. Molti altri sono stati presenti simbolicamente, restando però nei reparti per non inficiare in alcun modo l’assistenza». Quello di ieri è stato un flash mob spontaneo, nato sull’onda dell’emozione ma anche della rabbia di quanti troppo spesso, in tutti i presidi campani, a lavoro ci vanno con la paura di essere aggrediti. E forse anche per questo la risposta del Cardarelli ha una valenza simbolica. Per una volta la reazione è stata compatta e trasversale. «La ferma condanna alle violenze continue e ripetute ai danni di infermieri, medici, sanitari che lavorano nei luoghi di cura» dice il presidente del collegio Ipasvi di Napoli, Ciro Carbone. «Una mobilitazione – aggiunge – voluta fortemente anche dal direttore generale del Cardarelli. Ci siamo riuniti per testimoniare la vicinanza e la solidarietà al collega Alessandro, ma anche per dire basta. Per trovare tutti insieme, infermieri, medici, aziende, sanitari, forze dell’ordine e istituzioni, le soluzioni al dilagare della violenza negli ospedali e nei luoghi di cura». Di ieri la conferma che a rimanere ferito nell’aggressione di venerdì è stato anche il vigilantes intervenuto in difesa dell’infermiere. Per lui il referto del pronto soccorso parla di una prognosi di 15 giorni a causa di due microfratture alle costole. Intanto l’episodio del Cardarelli ha riacceso i riflettori sull’esigenza di nominare celermente un commissario alla sanità per la Campania. Una richiesta lanciata con forza dal segretario regionale dell’Anaao Bruno Zuccarelli per il quale non decidere è «un crimine». Agli occhi di Roma, aggiunge, «la nostra regione non è un problema, semplicemente non esiste. Ma ora questa storia deve finire. La Sanità campana, anzi la salute dei cittadini campani, merita che da Roma ci si prenda la briga di decidere. Anche perché – ricorda Zuccarelli – la politica dev’essere al servizio dei cittadini, non il contrario. Una politica che non decide è una politica che non serve». Per il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, componente della Commissione sanità, «la soluzione migliore e più economica è quella di affidare il compito a De Luca». (Corriere del Mezzogiorno)