Napoli. Da sabato 6 i “Musici”, il capolavoro di Caravaggio, esposto alla galleria di via Toledo, in prestito dal Metropolitan
Napoli. Un camion è parcheggiato in via Toledo, proprio fuori al palazzo Zevallos Stigliano, museo sede delle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo. La sua non è una sosta casuale: all’interno del rimorchio, infatti, imballato e custodito in massima sicurezza c’è un Caravaggio, precisamente la tela dei Musici, capolavoro dipinto dal maestro lombardo nel 1595. L’opera, […]
Napoli. Un camion è parcheggiato in via Toledo, proprio fuori al palazzo Zevallos Stigliano, museo sede delle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo. La sua non è una sosta casuale: all’interno del rimorchio, infatti, imballato e custodito in massima sicurezza c’è un Caravaggio, precisamente la tela dei Musici, capolavoro dipinto dal maestro lombardo nel 1595. L’opera, proveniente dal Met, il Metropolitan Museum di New York, è atterrata a Roma martedì mattina, per giungere a Napoli poche ore dopo, trasportata dalla ditta specializzata “Arterìa”. A partire da sabato 6 sarà visibile al secondo piano del Palazzo Zevallos Stigliano fino al 16 luglio, come “Ospite illustre”, la rassegna che il museo dedica ogni anno a un grande artista, con un suo capolavoro rappresentativo in esposizione. Per un Caravaggio che arriva, un altro va via. I Musici sostituiranno provvisoriamente Il martirio di Sant’Orsola, l’ultima opera del Merisi, qui custodita e volata in prestito negli Usa alle sale del Metropolitan per l’exhibit “Caravaggio’s Last Two Paintings”, accanto alla Negazione di San Pietro. L’allestimento partenopeo ha la cura dell’architetto Lucia Anna Iovieno, già appezzata ideatrice degli ambienti per la precedente mostra dedicata a Salvatore Fergola e, a Capodimonte, di quella su Vermeer. La sala, illuminata con faretti spot, manterrà la stessa impalcatura del Martirio di Sant’Orsola. «Si tratta di una struttura metallica speciale – dice Iovieno – con appositi sistemi di sicurezza e antifurto». Al pannello originale, alto più di quattro metri, è stato quindi sovrapposto un supporto in legno, di colore verde. «I Musici – prosegue Iovieno – poggeranno sull’intelaiatura, realizzata in questa tonalità per sottolineare i contrasti e rispecchiare la luminosità della tela». L’opera, lunga 116 centimetri e alta 88, è controllata a vista dal personale del museo. È stata consegnata da Stephan Wolohojian, curatore della sezione dedicata al Seicento al Met. Prima di essere aperta e posizionata, ha dovuto attendere le canoniche 24 ore di “acclimatazione”, necessarie per il passaggio da un ambiente all’altro. Realizzato in olio su tela, il quadro permette di approfondire il primo periodo romano del Merisi, quando era al servizio del cardinale Francesco Maria Del Monte, il macenate che lo ospitò nella sua residenza, l’attuale Palazzo Madama. Il soggetto ritrae quattro figure: al centro un suonatore di liuto, con a sinistra una rappresentazione di Cupido. Sul lato destro, un altro ragazzo regge una partitura, oggi quasi del tutto illeggibile e, in secondo piano, spicca un suonatore di cornetto, da tutti considerato autoritratto del Caravaggio. Un’iscrizione gialla, in basso a destra, riportava anche il nome dell’autore, prima di essere cancellata da successivi ritocchi. Nei secoli, l’opera è passata di mano in mano: dalla collezione del cardinale Richelieu, a quella della duchessa di Aguillon, fino alla sua riscoperta e attribuzione, grazie allo storico dell’arte britannico Denis Mahon. Domenica 7, il dipinto sarà visibile gratuitamente: Palazzo Zevallos aderisce all’iniziativa “Domenica al museo “ del ministero dei beni e delle attività culturali. (la Repubblica)