Portici. Elezioni comunali, crociata dei sacerdoti contro i politici: nessuno strumentalizzi la Chiesa. Il caso San Ciro
Portici. Nessuno tiri per la giacca la Chiesa. Nessuno strumentalizzi la fede. Nessuno tocchi San Ciro. E nessun candidato faccia propaganda «nelle parrocchie, oratori o gruppi ecclesiali». In pieno fervore elettorale da amministrative, a Portici i dodici parroci hanno dovuto prendere una posizione netta: e così nelle bacheche delle chiese, ma in settimana sarà affisso […]
Portici. Nessuno tiri per la giacca la Chiesa. Nessuno strumentalizzi la fede. Nessuno tocchi San Ciro. E nessun candidato faccia propaganda «nelle parrocchie, oratori o gruppi ecclesiali». In pieno fervore elettorale da amministrative, a Portici i dodici parroci hanno dovuto prendere una posizione netta: e così nelle bacheche delle chiese, ma in settimana sarà affisso anche in città, ieri è comparso un manifesto destinato a candidati e a cittadini. La sintesi è la seguente: «La Chiesa non è estranea alla vita della città, ma è di tutti, non si schiera, soprattutto con chi fa credere che ci siamo schierati». Don Raffaele Galdiero è parroco della centralissima chiesa di San Ciro, l’amatissimo santo patrono. Un’autorità, «un prete di frontiera» invece si autodefinisce. Che ovviamente non fa esempi particolari, «diciamo che abbiamo parlato in linea generale, che poi si applica ai casi singoli», spiega. Ma in città si mormora e di «casi singoli» ci sono, perciò i parroci sono corsi ai ripari. Portici è una città di più di 50.000 anime con 4 candidati a sindaco e 624 aspiranti consiglieri comunali. Mai come questa volta ci sono liste di chiara ispirazione cattolica. Da una parte e dall’altra, trasversalmente. Con Enzo Cuomo in campo sono scesi i Cristiani uniti per la famiglia, una civica in cui è candidata anche Anna Palumbo, nota in Italia per essere la mamma di Noemi Letizia, ma in città lo è perché svolge da anni un lavoro di volontariato nelle parrocchie. Al fianco di Riccardo Russo, avvocato, militante in Fratelli d’Italia, ma che si presenta senza partiti, c’è la civica Rinascita Portici Bellavista, che ha anche la croce nel simbolo. Candidata al consiglio c’è anche sua figlia, Roberta Maria Russo che su fb, tra le altre cose, scrive: «Determinante è stato l’esempio di mio padre che con encomiabile onestà e principi cattolici ha condotto questa battaglia politica, nonché il sostegno di alcuni sacerdoti, a me davvero molto cari, presenze essenziali, i quali mi hanno fatto comprendere l’importanza e la bellezza della testimonianza delle cose in cui credo». E ancora: «La mia prima arma di battaglia è il Santo Rosario. Urge la necessità di una spinta controrivoluzionaria al degrado civico e morale che piega le ginocchia delle nostre città, nazioni e , quindi, anche della nostra Portici». Non è finita. Perché a Portici c’è ancora malumore perché Luigi de Magistris ha scelto di inaugurare la campagna elettorale di Salvatore Iacomino in piena celebrazione di San Ciro, il 7 maggio scorso. Polemiche si son fatte addirittura sul pullover indossato dal sindaco di Napoli: vermiglio, colore del Santo patrono. «Ho saputo che de Magistris è venuto in città – prosegue padre Raffaele – ma come parroco del Santuario ho fatto in modo che nessuno indebitamente approfittasse del Santo. Insomma ho fatto in modo che ognuno stesse al suo posto. Perché, ribadisco, non accettiamo tentativi di strumentalizzazione. Siamo fedeli al magistero di Papa Francesco che ha detto ai cristiani: sporcatevi le mani. Non siamo contrari, dunque, alla politica. Ma in questi dieci anni a Portici c’è stata una commistione tra politica e Chiesa. Ma non ci deve essere confusione e neanche separazione, ci deve essere distinzione». Don Raffaele è chiaro anche su un altro aspetto: «Il nostro ruolo è avviare i processi, anche in questo tempo. E mi chiedo: ci sono più di 600 persone candidate al consiglio comunale, anche ragazzi di 18 anni, con quali criteri di competenze sono stati scelti?». I dodici parroci le idee chiare ce l’hanno eccome: «Ci si impegni per il bene comune, per la riduzione della povertà e della disoccupazione» ma, e lo scrivono forte e chiaro, «non ci si schiererà con alcun partito o movimento e nessuna forma di propaganda elettorale potrà avere come palcoscenico parrocchie, oratori, gruppi e movimenti ecclesiali». (Corriere del Mezzogiorno)