Reggio Calabria. Nella notte gang aggredisce parroco dopo un rimprovero. Operato d’urgenza per trauma cranico
Un sacerdote è stato aggredito nella notte tra martedì e mercoledì a Reggio Calabria. Si tratta di don Giorgio Costantino, 74 anni, già portavoce del Sinodo dei Vescovi dal 1990 al 2010, che oggi è ricoverato nel nosocomio reggino. È stato operato d’urgenza dopo che aveva perso conoscenza a causa di un trauma cranico. Un quadro […]
Un sacerdote è stato aggredito nella notte tra martedì e mercoledì a Reggio Calabria. Si tratta di don Giorgio Costantino, 74 anni, già portavoce del Sinodo dei Vescovi dal 1990 al 2010, che oggi è ricoverato nel nosocomio reggino. È stato operato d’urgenza dopo che aveva perso conoscenza a causa di un trauma cranico. Un quadro clinico delicatissimo scaturito, sembra, da una discussione futile. Siamo nel quartiere popolare del Gebbione, nella periferia sud della Città dello Stretto. L’inferriata della canonica è un continuo tremore e la lancetta ha oltrepassato da un pezzo la mezzanotte. Don Giorgio non ne può più: non può più tollerare che l’atrio di ingresso della sua parrocchia sia trasformato in una porta di calcio a quell’ora della notte. Aprendo il portone, però, la sorpresa: quei ragazzi – tutti presumibilmente tra i diciassette e i venti anni – avevano forzato il cancello ed erano “faccia a faccia” con lui. Giovani insofferenti che vivono quella piazza più nelle ore della notte che di giorno. Mai visti la domenica mattina in quegli scalini dove invece bivaccano nelle ore piccole. Don Giorgio li rimprovera: un gesto normale. Settantenne e con diversi problemi cardiaci alle spalle, non ha perso il suo proverbiale temperamento. Ma quelli lo affrontano prima con veemenza verbale. Parole grosse, fin quando uno di loro non inizia a colpirlo ripetutamente. Una raffica di pugni che colgono di sorpresa l’anziano sacerdote. A rivelarlo agli inquirenti le telecamere della videosorveglianza parrocchiale. «Vedi che così lo ammazzi», gridano alcuni ragazzi allontanando l’aggressore. Lo riferirà lo stesso don Costantino ai carabinieri, da lui allertati e arrivati sul posto prima che il sacerdote perdesse conoscenza. Ogni momento è stato ripreso in bianco e nero dalle telecamere fissate sull’uscio della Chiesa intitolata alla Madre del Divin Soccorso. «Un quartiere che troppo spesso tace», si interroga Francesca Cuzzocrea, responsabile parrocchiale del Divin Soccorso per la catechesi, «sono figli di questa comunità forse? Una comunità che non riesce più ad appropriarsi degli spazi comuni lasciandoli ad appannaggio di mascalzoni». Denunce e telecamere: sono queste le contromisure adottate da don Giorgio dopo la vandalizzazione della Casa Accoglienza “Italia Campagna”, un locale attiguo alla parrocchia che nel mese di settembre 2016 fu assaltato da ignoti che distrussero i mobili e resero inutilizzabile tutto il cibo per la mensa dei poveri. Anche in quel caso don Giorgio rispose richiamando l’attenzione delle autorità. Ai carabinieri, coordinati dal maggiore Mariano Giordano, che hanno raccolto la sua denuncia prima del suo trasferimento in ospedale, il parroco ha dichiarato di trovare un’assonanza tra i due gesti che hanno coinvolto la comunità, di cui è pastore dal 2006, dopo gli anni a San Sperato in cui si contraddistinse per l’impegno verso una periferia abbandonata, prestando il suo volto anche alla pubblicità dell’8xmille. Poi la corsa in ospedale con l’affievolirsi delle forze. Con lui i parenti che vigilano fuori dal reparto assieme al vicario generale della diocesi di Reggio Calabria-Bova, monsignor Giovanni Polimeni. L’intervento chirurgico a cui è stato sottoposto è andato «tecnicamente bene», spiegano dal nosocomio. Restano da valutare eventuali danni celebrali, ma è presto per sciogliere la prognosi. L’arcivescovo di Reggio Calabria, Giuseppe Fiorini Morosini, si trovava a Roma per l’assemblea dei presuli italiani, quando è stato raggiunto dalla notizia. «Si rinnova la tristezza e il rammarico per come la violenza sia così feroce anche a livello giovanile, e come la vita umana sia sempre più svalutata», ha scandito il presule. «Chiedo ai ragazzi che hanno compiuto questo vile gesto – ha detto padre Giuseppe – di volerli incontrare per guardarli negli occhi, ascoltare i loro problemi e poter dare loro il segno cristiano del perdono e della speranza». Tantissimi gli attestati di solidarietà, dall’associazionismo cattolico e dal mondo politico e istituzionale, tra cui il Prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari, il sindaco Giuseppe Falcomatà e il governatore della Calabria, Mario Oliverio. (Avvenire)