Roccadaspide. Abuso d’ufficio, Gup proscioglie Auricchio e un tecnico

24 maggio 2017 | 17:59
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Roccadaspide. Abuso d’ufficio, Gup proscioglie Auricchio e un tecnico

Roccadaspide. Presunte illegittimità nella procedura di aggiudicazione della gara di appalto per l’ampliamento e adeguamento della rete idrica e fognaria di Roccadaspide: il gip Donatella Mancini accetta la richiesta di archiviazione del pm Maria Chiara Minerva. Il procedimento giudiziario è iniziato nel 2015, dopo un esposto dei consiglieri Paolo Antico, Francesco Mauro, Fernando Morra, Giuseppe […]

Roccadaspide. Presunte illegittimità nella procedura di aggiudicazione della gara di appalto per l’ampliamento e adeguamento della rete idrica e fognaria di Roccadaspide: il gip Donatella Mancini accetta la richiesta di archiviazione del pm Maria Chiara Minerva. Il procedimento giudiziario è iniziato nel 2015, dopo un esposto dei consiglieri Paolo Antico, Francesco Mauro, Fernando Morra, Giuseppe Capuano. Sotto la lente della Procura, per abuso di ufficio in concorso, finirono l’ex sindaco Girolamo Auricchio, il tecnico comunale Tommaso Maria Giuliani e Andrea Guido Bamonte, titolare dell’impresa edile aggiudicataria dei lavori per un importo a base d’asta di 6,72 milioni. Contestualmente Auricchio presentò una querela nei confronti dei consiglieri per diffamazione. Ad effettuare gli accertamenti sulla gara d’appalto, l’architetto Arcangela Risi, consulente tecnico nominato dal pm. Dalla consulenza tecnica è emerso che «le procedure delle sedute di gara risultano rispettate. Dagli atti consultati risultano regolari le varie fasi di pubblicazione del bando e l’aggiudicazione». Dall’esame «si può concludere che, nell’iter della gara di appalto per i lavori, non si evidenziano profili di illegittimità, sia le procedure amministrative che le valutazioni tecniche, alla luce degli atti e della documentazione consultati, rispondono ai requisiti di legge». Auricchio aveva querelato i consiglieri, ma il pm non ha riconosciuto il reato di calunnia e diffamazione ma l’ingiuria aggravata. Di parere opposto l’ex sindaco che afferma: «Hanno avuto la possibilità di leggere tutti gli atti, sapevano che non erano stati commessi illeciti, farò ricorso in Cassazione affinché sia riconosciuto il reato di diffamazione e calunnia». (La Città)