Rosa e Mariella, due ex vigilesse, dopo un viaggio a Dublino hanno deciso di produrre l’Amalfi Coast Beer
La birra artigianale “made in Costiera Amalfitana” è donna e soprattutto è fatta da due ex vigilesse, Rosa Recchimuzzi di Cava de’ Tirreni e Mariella Zito di Vietri, che hanno creato la Amalfi Coast Beer. «Ci siamo conosciute – racconta Rosa – nel 2010 quando facevamo entrambi i vigili urbani. Dopo un lungo periodo di […]
La birra artigianale “made in Costiera Amalfitana” è donna e soprattutto è fatta da due ex vigilesse, Rosa Recchimuzzi di Cava de’ Tirreni e Mariella Zito di Vietri, che hanno creato la Amalfi Coast Beer. «Ci siamo conosciute – racconta Rosa – nel 2010 quando facevamo entrambi i vigili urbani. Dopo un lungo periodo di precariato e una volta finita la nostra avventura in quel mondo abbiamo deciso di fare un viaggio in Irlanda e siamo rimaste affascinate dal mondo che circondava la produzione artigianale della birra. Abbiamo deciso così di reinventarci e ci siamo messe a studiare in Italia e all’estero i misteri di quest’arte troppo spesso sottovalutata. Dopo concorsi, ricerche fondi e simili nel 2016 abbiamo creato la nostra piccola azienda. Dico piccola perché in effetti noi siamo sia le fondatrici che l’unica forza lavoro occupandoci di tutto dalla produzione alla commercializzazione». Commercializzazione che però in un solo anno di vita vede la Amalfi Coast Beer iniziare a decollare. «In effetti – dice Mariella – abbiamo clienti già in gran parte d’Italia e persino all’estero. Dall’Inghilterra al Belgio fino a Pechino dove non siamo ancora presenti al momento. Siamo già state però contattate da alcuni potenziali clienti e stiamo valutando le opportunità che può rappresentare il mercato asiatico con una certa prudenza visto che la nostra azienda è ancora in fase di startup». Fase di startup avviata anche grazie ai fondi di Invitalia che ha creduto nel progetto delle due birraie salernitane che hanno già all’attivo tre qualità di birre diverse. «Diverse ma lavorate sempre a fiamma viva – specifica Rosa – come si faceva una volta. Un metodo di lavorazione forse più complicato ma che garantisce un’ottima qualità. E così sono nate l’Amalphia, una birra estiva bionda che ricorda i profumi e le fragranze della Costiera, la Regina Maior, una doppio malto rossa che però ben si abbina alle cucine campane più competitive in fatto di calorie, e infine l’ambrata Vèteri molto luppolata che va sorseggiata mentre si chiacchiera con gli amici. Io la definisco la birra da compagnia. Tutte e tre però hanno una caratteristica: sono estremamente femminili. Il consumo di birra tra le donne è in aumento e così anche le titolari di pub, locali e birrerie che inoltre sanno il fatto loro e non si limitano ad abbinare la birra alla pizza o al panino ridando dignità alle migliori tradizioni brassicole. A questo poi abbiamo abbinato il look. Dalla bottiglia sinuosa e lievemente curvy alle etichette tutto vuole indicare una cosa: la birra è donna. D’ora in poi specialmente in Costiera amalfitana ». (Corriere del Mezzogiorno)