Ruggi, i reparti rischiano di scoppiare L’emergenza non riguarda solo Endoscopia. Il manager Cantone: «Chiesto alla Regione il reclutamento straordinario»
Endoscopia digestiva è solo il primo reparto del Ruggi che perde pezzi a causa della carenza di personale. Ma ci sono altri reparti a rischio, pronti a esplodere al primo permesso per malattia anche di una sola unità, e questo a causa della carenza di personale imposta dal blocco del turnover e delle prescrizioni imposte […]
Endoscopia digestiva è solo il primo reparto del Ruggi che perde pezzi a causa della carenza di personale. Ma ci sono altri reparti a rischio, pronti a esplodere al primo permesso per malattia anche di una sola unità, e questo a causa della carenza di personale imposta dal blocco del turnover e delle prescrizioni imposte dal commissario governativo, Joseph Polimeni, prima delle sue dimissioni. Il commissario, con una circolare, ha imposto il divieto agli ospedali di rivolgersi agli specialisti ambulatoriali. E il Ruggi, soprattutto il pronto soccorso ma non solo, si regge sugli specialisti ambulatoriali assunti a tempo determinato (sono circa 100) e molti contratti scadono a maggio.
Dopo il blocco degli straordinari imposti dalla legge 161, l’Azienda ospedaliera universitaria fece ricorso alle graduatorie degli specialisti per coprire i turni di lavoro in quanto sono unità più veloci da reperire dal punto di vista burocratico. Il dg, Nicola Cantone, ieri ha puntualizzato alcuni aspetti. «Ci stiamo dando da fare, ci siamo attivati per Endoscopia come per Cardiologia, per trovare anestesisti, radiologi e tutte le unità di cui necessita l’Azienda. Ho chiesto il reclutamento straordinario di personale in Regione e ho già dato mandato all’Ufficio del personale di indire gli avvisi pubblici per le figure di cui abbiamo bisogno, incluso per Endoscopia. Ma occorre necessariamente attendere i passaggi tecnici, i tempi amministrativi prescritti dalla legge». «Non siamo in una situazione di stallo, stiamo lavorando», ha ribadito il direttore generale che gestisce l’Azienda più grande della Campania con 1037 posti letto. Rispetto alle procedure burocratiche, però, prima bisogna attingere dalle graduatorie di mobilità, poi occorre aspettare la risposta dei diretti interessati al trasferimento, attendere il nulla osta e se la procedura dovesse risultare infruttuosa occorrerebbe trovare strade alternative concorsuali o altri avvisi pubblici. Sarà impossibile coprire le 600 unità di cui avrebbe bisogno l’Azienda, «ma chiederò correttivi nel prossimo incontro in Regione per fare in modo di sostituire il personale che andrà in pensione direttamente durante l’anno, senza cioè aspettare quello seguente come previsto dalla legge», conclude il manager. I sindacati sono preoccupati. Per Franco Marino (Cisl medici) il caso di Endoscopia, che rischia di non garantire le emergenze, è solo «il primo sintomo di un problema in agguato che è pronto a esplodere e che interessa tutta l’Azienda. Endoscopia è il primo reparto che viene gravato dal blocco del turnover e dalla presenza di personale anziano difficilmente sostituibile in tempi rapidi in caso di assenza. A ciò poi si è aggiunta la circolare del commissario Polimeni che ha prescritto il divieto di ricorrere agli specialisti ambulatoriali». Intanto l’ok regionale al reclutamento non ha convinto Lello Albano (Uil medici).
«Abbiamo rappresentato la carenza di organico sollecitando il dg Cantone, che a sua volta ha incontrato il governatore De Luca. Il direttore ha ricevuto l’ok politico al reclutamento, ma non c’è disponibilità da parte delle strutture tecniche amministrative, è tutto fermo. Dunque pensiamo di mobilitarci con il presidente della Regione affinché sblocchi la situazione per ottenere la disponibilità concreta a fornire personale». Per Franco Leo (Fials) «l’Azienda ha indetto avvisi pubblici, ma i tempi sono lunghi e ci preoccupa l’impedimento di utilizzare gli specialisti ambulatoriali visto che l’ospedale ne ha quasi 100 e a maggio molti contratti scadono. Sarebbe la paralisi per Nefrologia, Otorinolaringoiatria, Malattie infettive, Oculistica e soprattutto per il pronto soccorso. Abbiamo chiesto un incontro, in settimana ne parleremo con Cantone». Secondo Francesco Bruno (Cgil medici) «ci avviamo verso un’estate drammatica. L’Azienda sta cercando di risolvere, ma siamo molto preoccupati rispetto ai tempi».
Marcella Cavaliere LA CITTA DI SALERNO