Sarri e i suoi segreti

16 maggio 2017 | 06:28
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Sarri e i suoi segreti
Sarri e i suoi segreti
Sarri e i suoi segreti

 Maurizio Sarri con la moglie, Marina Nel 2018 il tecnico può liberarsi pagando 8 milioni ma lui vuole solo il Napoli, e l’ha messo n Sarri firma per il Napoli nell’estate del 2015: un quinquennale, a settecentomila euro, con opzione di rinnovo da esercitare, stagione per stagione, entro il 31 maggio. I risultati, lo spettacolo, […]

 Maurizio Sarri con la moglie, Marina

Nel 2018 il tecnico può liberarsi pagando 8 milioni ma lui vuole solo il Napoli, e l’ha messo n Sarri firma per il Napoli nell’estate del 2015: un quinquennale, a settecentomila euro, con opzione di rinnovo da esercitare, stagione per stagione, entro il 31 maggio. I risultati, lo spettacolo, l’empatia spingono a riscrivere tutto e a Roma, a campionato appena concluso, con la Champions in tasca e la felicità che sgorga ovunque, De Laurentiis, l’ad Chiavelli, Sarri e il suo manager Pellegrini praticamente «stracciano» il contratto e ne riproducono, con ciò che pare un capolavoro, una nuova versione moderna, appagante, soddisfacente per chiunque. Stavolta c’è un quadriennale «particolare»: scadenza fissata nel 2020 (il primo biennio ad un milione quattrocentomila euro, dunque il doppio del precedente negoziato; il secondo ad un milione cinquecentocinquantamila euro) però con la possibilità – e ora bilaterale – di divorziare nel 2018: il Napoli, se volesse, versando un milione di euro; e Sarri, nel caso in cui ne sentisse il bisogno, attraverso il pagamento di una penale da otto milioni di euro. C’è una atmosfera familiare, sui tweet.

Il figlio di Sarri sta aprendo una societa’ per curare i diritti d’immagine del padre

 Il grande equivoco è durato un giorno, il tempo necessario a Sarri di ritrovare un microfono e di ristabilire la portata del suo intervento, la natura di quella sortita dialettica perfettamente in linea con il personaggio, evitando lo spargimento di ulteriori tensioni («io non mi riferivo a De Laurentiis, non mi sono mai permesso di chiedergli altro») e comunque senza rinunciare a se stesso, ad una natura che non può essere regimentata («il mio rapporto con lui è buono: se vuole ancora ritoccare il contratto, ci vado subito e così magari litighiamo per questo; se non è contento, lo libero subito»). E’ tutto (anche merito) della «manita» che il Napoli ha rifilato al Torino, certo di un clima che – passata la nottata – è stato ritrascinato in una normalità alterata, fatalmente, intorno ad un gioco di parole e di interpretazioni. Ma sono gli opposti che si attraggano e, fondamentalmente, nella loro diversità, De Laurentiis e Sarri sono assai simili, in certi momenti persino sovrapponibili, dialetticamente vivaci, spiccatamente esuberanti, tendenzialmente caratteriali. Alla prossima…

Tutto campo e casa, dove lo attende il nuovo amico Ciro

Ma il tom tom a cosa gli serve? Casa e campo, perché la vita è questa, è una diagonale dietro l’altra che spinga al di là di qualsiasi ingorgo, è una sovrapposizione per evitare il caos, è un modo per ridurre le distanze ed ignorare qualsiasi ipotetico inconveniente. La Napoli di Sarri è a Lago Patria, una decina di minuti (ma esagerando) dal suo habitat naturale ch’è rettangolare, perché nel villino che adesso ospita anche Ciro, il maremmano-vagabondo che un mattino (alla vigilia di Champions con la Dinamo Kiev, dopo un allenamento), si lasciò andare alle ciance e lo conquistò, c’è quello ch’è utile: la parabola per vedere le partite (quelle che hanno un senso professionale), il giardino per starsene un po’ fuori a fumare tranquillamente, quando arrivano sua moglie e suo figlio, soprattutto la brezza marina e, all’orizzonte, il Centro Sportivo, nel quale si entra presto e si esce soltanto quando ormai c’è soltanto da riordinare le idee sviluppate nel proprio ufficio, la residenza ufficiale sua e dello staff.

SOBRIETA’. La privacy è sacra (avete mai visto foto social?) e la riservatezza, dunque, prioritaria: Sarri mangia spesso in casa, raramente al ristorante (il preferito, praticamente l’unico che frequenti, è il Maroder, che si trova nel territorio di Giugliano, ma sempre a portata di macchina), lascia che sia Alessandro Pellegrini (l’amico-manager) a twittare, è un romantico che alla domenica sera va su Televideo e s’informa di tutte le sue ex squadre, dice di non leggere i giornali (però ovviamente sa tutto ciò che si dice), si concede distrattamente la tv, ha smesso di leggere con l’avidità del passato – perché il tempo si va restringendo – non ama gli aerei, neanche adesso che è costretto a servirsene frequentemente, dovendo girare l’Europa, e con la cravatta non ha un rapporto diretto, né eccessivamente confidenziale. Gli basta una tuta ma soprattutto un pallone: là dentro c’è un mondo.

fonte:corrieredellosport