Tragedia sulla tangenziale. Battipaglia piange il carabiniere 39enne Angelo Vivone. Mobilitazione per aiutare la famiglia
“La mia vita è morta con te”: sono le strazianti parole di Stefania Facenda, moglie del carabiniere battipagliese di 39 anni Angelo Vivone, deceduto sabato in un incidente sulla tangenziale di Pistoia. “Non ho più lacrime e forza per andare avanti”, aggiunge la donna su Fb. Si rivolge al marito, Stefania, mentre si prepara a […]
“La mia vita è morta con te”: sono le strazianti parole di Stefania Facenda, moglie del carabiniere battipagliese di 39 anni Angelo Vivone, deceduto sabato in un incidente sulla tangenziale di Pistoia. “Non ho più lacrime e forza per andare avanti”, aggiunge la donna su Fb. Si rivolge al marito, Stefania, mentre si prepara a un arduo compito: “Mattia oggi saprà che il suo amato papà non c’è più”. E conclude: “Ti ho amato e ti amerò sempre. Addio, amore”. Ad Angelo è stata fatale la terra toscana, a lui cara dal 2005, quando aveva iniziato il tirocinio alla stazione di Piombino. Poi, dal 2006, era stato trasferito a quella di Casalguidi, frazione di Serravalle Pistoiese. E si stava recando proprio lì sabato, dopo aver lasciato casa, a Pieve a Nievole, dove viveva con la moglie e il bambino. Quel paesino lo lasciava in occasione d’ogni ricorrenza, per fare ritorno nella sua amata Battipaglia. I suoi genitori, Nicola Vivone e Rosaria D’Angelo, abitano in una casa di via Olevano. Alla porta della piccola abitazione, sabato pomeriggio, ha bussato il comandante della Compagnia dei carabinieri di Battipaglia, Erich Fasolino. A lui il compito di dare la terribile notizia: la donna è scoppiata in lacrime, tra le braccia di Nicola. «È come se fosse morto in servizio – dice commosso Fasolino – e noi siamo disponibili a fornire qualsiasi tipo di supporto ai familiari». Proprio i militari dell’Arma, nella giornata di ieri, hanno incontrato i parenti di Angelo e si sono prodigati per fornire loro un piccolo pullman per i funerali, che saranno celebrati domani nella parrocchia di San Pietro a Casalguidi. Ci andrà anche Maurizio Scorziello, l’amico di una vita. Il “fratellone”, come lo chiamava Angelo, parla dell’appuntato come di «un uomo gioviale e sempre sorridente, che amava scherzare con le persone». E aggiunge che per Angelo «fare il carabiniere non era un semplice lavoro, ma una passione». Un uomo che viveva di passioni, come quella calcistica per il Napoli, ma pure all’insegna dell’altruismo, visto che il tempo libero lo trascorreva alla guida delle ambulanze dell’associazione ‘La Misericordia’, della quale era pure consigliere. Era generoso, Angelo. Lo conferma il suo comandante di Pistoia, il maggiore Luca Stegagnini, «un carabiniere in gamba e un uomo che sapeva dialogare e, proprio per questo, era amato dai cittadini». E arriva pure il cordoglio della sindaca Cecilia Francese: «È una tragedia per la famiglia e per l’intera comunità» e assicura «vicinanza alla moglie e al figlio d’un servitore dello Stato». (La Città di Salerno)