VALLO DELLA LUCANIA. Una “soffiata” da una fonte confidenziale riapre l’inchiesta sulla scomparsa misteriosa di un uomo avvenuta circa dieci anni fa. A Cannalonga, piccolo centro a pochi chilometri da Vallo della Lucania, dove i carabinieri da circa quattro giorni stanno cercando i resti di un uomo. L’area interessata dalle ricerche è in località Nocellito, […]
VALLO DELLA LUCANIA. Una “soffiata” da una fonte confidenziale riapre l’inchiesta sulla scomparsa misteriosa di un uomo avvenuta circa dieci anni fa. A Cannalonga, piccolo centro a pochi chilometri da Vallo della Lucania, dove i carabinieri da circa quattro giorni stanno cercando i resti di un uomo. L’area interessata dalle ricerche è in località Nocellito, zona impervia lontana dal centro abitato.
Al momento sulla vicenda vige il massimo riserbo sebbene sembrerebbe non sia stata trovata ancora alcuna traccia dei resti dell’uomo. Però si continua a scavare, anche con l’utilizzo di un escavatore.
L’area interessata dalle ricerche è completamente off limits. A coordinare le ricerche direttamente sul posto è il capitano Mennato Malgieri, in stretta sinergia con il sostituto procuratore Vincenzo Palumbo ed il procuratore Paolo Itri. «Al momento non posso dirvi nulla. Ci sono delle indagini coperte dal segreto istruttorio», taglia corto il procuratore. Insomma un vero e proprio giallo per i cittadini di Cannalonga che stanno assistendo da giorni ad un insolito via vai di militari.
Inizialmente si era parlato del ritrovamento di resti umani ma la notizia non è stata confermata dagli inquirenti. «Nessun ritrovamento», fanno sapere dalla Procura. Da voci di corridoio si tratterebbe di un’indagine molto delicata che potrebbe coinvolgere anche delle persone del posto, ragion per cui gli investigatori, su disposizione del procuratore Itri, non lasciano trapelare nessuna indiscrezione.
Soprattutto sul nome della persona scomparsa per la quale sarebbero state riaperte le indagini. Sul posto anche carabinieri del Ris di Roma e il nucleo cinofilo dell’Arma di Bologna.
Nel Cilento non è certo la prima volta che si parla di ritrovamenti di resti umani. Nel 2009, a Casal Velino, un cercatore di asparagi ritrovò uno scheletro nascosto dalla vegetazione in una boscaglia in località Carullo, lo stesso luogo dove un mese prima era stato rinvenuto un altro scheletro umano. Sul posto intervennero i carabinieri per il recupero dei resti che avviarono le indagini. Ma, a distanza di anni, non è stato ancora possibile risalire all’identità del malcapitato. L’unico indizio nelle mani degli inquirenti sono tre capsule rinvenute sul lato sinistro della mandibola. Lo scheletro non recava alcun segno di violenza.
VINCENZO RUBANO LA CITTA.IT