A Caserta nasce l’Academy per formare i maestri casari. E’ l’unica struttura del Mezzogiorno
Caserta. Se la vera forza di una economia territoriale è nella capacità di innovarsi senza mai smarrire la chiave della propria vocazione, il recupero di certi mestieri tradizionali in declino, come quello del casaro, proprio quando la richiesta dei mercati internazionali per prodotti tipici come la mozzarella di bufala diventa sempre più estesa, può rappresentare […]
Caserta. Se la vera forza di una economia territoriale è nella capacità di innovarsi senza mai smarrire la chiave della propria vocazione, il recupero di certi mestieri tradizionali in declino, come quello del casaro, proprio quando la richiesta dei mercati internazionali per prodotti tipici come la mozzarella di bufala diventa sempre più estesa, può rappresentare la soluzione adeguata alla crisi occupazionale e alla esigenza di qualificazione professionale. È in questo solco che si inscrive la Scuola nazionale di formazione lattiero casearia (unica struttura del settore nel Centro Sud e prima scuola in Italia realizzata e gestita da un Consorzio di tutela) presentata a Caserta nelle storiche sale delle Cavallerizze della Reggia vanvitelliana, sede del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana dop. Qui saranno formati, a partire da settembre, i casari del futuro, continuatori di una tradizione avviata nel XII secolo, con corsi di istruzione che riguarderanno sia il segmento della produzione, con l’innesto delle più aggiornate tecnologie, sia quello, non meno importante, del marketing e dell’export. Il progetto, realizzato con la Regione Campania, è stato illustrato in occasione della assemblea annuale del Consorzio di tutela, alla presenza del presidente del sodalizio, Domenico Raimondo, dell’assessore regionale alla Formazione, Chiara Marciani, del direttore di Assolatte, Massimo Forino, del dirigente del ministero delle Politiche agricole, Luigi Polizzi e del direttore della fondazione Qualivita, Mauro Rosati. Il sindaco di Caserta, Carlo Marino, con il presidente della locale Camera di commercio, Tommaso De Simone, ha anche annunciato il progetto di una nuova scuola di formazione per lavoratori serici, rappresentando l’esigenza di un’altra eccellenza storica a rischio che per secoli ha reso celebre il borgo di San Leucio con la sua tipica produzione tessile. «Oggi – ha detto il presidente del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana, Raimondo – colmiamo un gap del Mezzogiorno, dimostrando concretamente di voler puntare sui giovani con la nuova scuola di formazione. In Italia ce ne sono due e sono entrambe al Nord. Un altro passo avanti nel segno del rilancio del comparto, nel quale già un lavoratore su tre ha meno di 30 anni ed è donna. La nostra è un filiera composta da imprese all’avanguardia che hanno bisogno di professionalità qualificate in grado di assolvere tutti i compiti: dalla zootecnia al marketing». L’assessore regionale Marciani ha raccolto l’appello dei produttori in brevissimo tempo: «In quattro mesi – ha raccontato – siamo riusciti ad accreditare il Consorzio come ente di formazione. In Campania abbiamo tanti corsi formativi, e di certo i più diffusi sono quelli per pizzaioli, ma non sempre garantiscono l’eccellenza. In questo caso, dove ad investire i propri sforzi è un Consorzio di tutela dop, l’esigenza primaria diventa proprio quella di assicurare una formazione ai massimi livelli. Spero, infine, che di questo passo tanti nostri giovani rimarranno qui a lavorare e, anzi, che ci saranno ragazzi provenienti da altre regioni o da altri paesi con la voglia di imparare una professione antica come quella del casaro che oggi, con un comparto produttivo sempre in crescita, conquista una sua nuova centralità nel mercato del lavoro». (Corriere del Mezzogiorno)