Aeroporto Costa d’Amalfi, Antonio Ilardi si è dimesso: «Sono mutate le strategie, rimetto il mio mandato di amministratore delegato»
«Sono mutate le strategie e, di conseguenza, rimetto il mio mandato nelle mani dei soci». È sintetico Antonio Ilardi, amministratore delegato della società che gestisce l’aeroporto Costa d’Amalfi, nell’annunciare le sue dimissioni. Che erano state già preannunciate sabato ma che sono state protocollate ieri mattina. «È un gesto di responsabilità», tiene a precisare Ilardi che […]
«Sono mutate le strategie e, di conseguenza, rimetto il mio mandato nelle mani dei soci». È sintetico Antonio Ilardi, amministratore delegato della società che gestisce l’aeroporto Costa d’Amalfi, nell’annunciare le sue dimissioni. Che erano state già preannunciate sabato ma che sono state protocollate ieri mattina. «È un gesto di responsabilità», tiene a precisare Ilardi che motiva il suo addio con un cambio di rotta avvenuto in corso d’opera. Il cambiamento al quale si riferisce Ilardi, molto probabilmente, è l’accordo, che si preannuncia dietro l’angolo, di partnership industriale con la Gesac, la società che gestisce lo scalo napoletano di Capodichino. Un’intesa che, presumibilmente, Ilardi non vede di buon occhio ma che, al contrario, è fortemente voluta e sponsorizzata dal presidente della Regione Vincenzo De Luca. E De Luca non a caso non ha lesinato critiche agli «ultimi sette anni di gestione disastrosa, clientelare, demenziale, irresponsabile dell’aeroporto salernitano, che è stato utilizzato più per fare clientela politica che per fare impresa». Dichiarazioni forti che colpiscono, in prima persona, lo stesso Ilardi. E, perciò, non è da escludere che pure le esternazioni del governatore abbiano convinto Ilardi a rimettere il mandato. Di sicuro a dare un colpo decisivo è stata la sentenza del Tar che ha rigettato il ricorso col quale veniva chiesto ai giudici amministrativi di nominare un commissario, per mettere ordine al balletto di competenze tra ministero dell’Economia e delle Finanze e ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Tramontata questa ipotesi l’unica strada praticabile, a questo punto, è proprio quella di una partnership industriale, non essendoci altre alternative. E Ilardi quando parla di “mutamento della strategie” si riferisce proprio a questa circostanza. Non è d’accordo su questo aspetto il presidente della società di gestione Antonio Ferraro: «Con Ilardi mi confronterò nei prossimi giorni. Non so se siano cambiate o meno le strategie – dice commentando le dimissioni dell’amministratore delegato – anche perché da sempre si sa che se non si trova un partner industriale l’aeroporto non ha possibilità di sviluppo». «La legge Madia – aggiunge Ferraro – rende il discorso ancora più complicato. Onestamente, comunque, penso che non ci sia nulla di nuovo, in quanto attualmente l’aeroporto, così com’è, non ha possibilità di sopravvivere. Per fare il salto di qualità bisogna effettuare i lavori di potenziamento ma occorre la gestione totale, che non si può avere fin quando non c’è la solidità finanziaria. In pratica è come il cane che si morde la coda». Dunque il patto con la Gesac è indispensabile per far quadrare i conti e portare avanti il progetto di potenziamento della pista. Anche perché, a lungo andare, i soci attuali non potrebbero più essere in grado di coprire i costi. «Gli stipendi di maggio – rivela Ferraro – sono stati pagati ai dipendenti. Al momento stiamo andando avanti con grandissima attenzione». Da un punto di vista procedurale le dimissioni di Ilardi dovranno essere comunicate al Consorzio e i soci dovranno prenderne atto e decidere il da farsi. Ma c’è pure chi invita Ilardi a ripensarci e a ritirare le dimissioni. È l’ex presidente della Società per azioni, Carmine Maiese: «Ilardi non faccia come Schettino e torni sulla nave». (La Città)