Camorra in espansione a Salerno. La ‘ndrangheta investe in Cilento negli alberghi e nel settore rifiuti
Passi in avanti nelle indagini sull’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica ucciso nel settembre 2010. Una spartizione capillare del territorio e degli interessi economici da parte delle mafie in una morsa che strangola la provincia di Salerno tra i Casalesi e i clan Aquino-Annunziata a Nord e la ndrangheta a sud, nel Cilento. […]
Passi in avanti nelle indagini sull’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica ucciso nel settembre 2010. Una spartizione capillare del territorio e degli interessi economici da parte delle mafie in una morsa che strangola la provincia di Salerno tra i Casalesi e i clan Aquino-Annunziata a Nord e la ndrangheta a sud, nel Cilento. Questa la mappa che la commissione parlamentare antimafia, presieduta da Rosy Bindi, ha tracciato ieri sera a Salerno dopo un’intensa serie di colloqui nell’ambito degli incontri con tutte le sedi distrettuali d’Italia. Ospiti del prefetto Salvatore Malfi i commissari, tra loro i napoletani Massimiliano Manfredi e Marcello Taglialatela, hanno ascoltato per diverse ore Corrado Lembo, procuratore distrettuale antimafia e antiterrorismo accompagnato da sei sostituti del pool. Al termine, in conferenza stampa, il bilancio della giornata di lavoro: «Registriamo passi in avanti nelle indagini sull’omicidio Vassallo – sottolineano Bindi e Manfredi – che per queste ragioni sono stare prorogate fino al 2018». Il sindaco di Pollica fu assassinato a colpi di pistola la sera del 5 settembre di sette anni fa. Un mistero in piena regola, sul quale anche la commissione ha chiesto notizie e sui cui le indagini proseguono. Poi una serie di allarmi sugli appalti, sull’inquinamento delle regole del mercato, sull’aggressività del clan dei Casalesi, vesuviani e calabresi. I primi, protagonisti assoluti nello scioglimento del Comune di Scafati dell’ex sindaco Pasquale Aliberti per infiltrazioni mafiose. La ‘ndrangheta a sud, attirata dal turismo del Cilento e impegnata soprattutto nelle gestioni alberghiere, nel settore dei rifiuti, nel trasporto delle eccellenze agroalimentari. Bindi e Manfredi sottolineano assieme al prefetto Malfi che lo Stato c’è e insistono sull’evoluzione della strategia dei clan che tendono a una spartizione precisa di territori e interessi. E sul rapporto tra politica e camorra tornano a citare il caso Scafati dove da alcuni mesi è al lavoro la commissione di accesso agli atti. Nessun cenno, sia durante le audizioni sua durante la conferenza stampa, allo scontro preelettorale di due anni fa quando Rosy Bindi proprio nella veste di presidente della commissione Antimafia definì il candidato alla Regione Vincenzo De Luca, oggi governatore, «impresentabile» per via di un’inchiesta che si è poi risolta con un’assoluzione. Nessun accenno nel corso della giornata anche da parte di De Luca, che si è dedicato in mattinata alla presentazione di una rassegna con il comico Alessandro Siani. Un altro tema affrontato a lungo in prefettura è l’immigrazione con lo sbarco a tarda sera a Salerno di oltre settecento immigrati tra i quali donne in gravidanza e bimbi senza genitori. «Accoglienza e integrazione – sottolinea la commissione antimafia – sono aspetti decisivi per evitare che alcuni immigrati finiscano nelle mani della malavita. In questo senso non abbiamo alcun segnale sul territorio salernitano». Conclusa la tappa in prefettura, Rosy Bindi è andata in serata a Pagani in omaggio all’ex sindaco Marcello Torre, ucciso dalla camorra, il cui monumento è stato recentemente violato. (la Repubblica)