Capaccio Paestum. I silos cadono a pezzi. Tragedia sfiorata in via della Stregara

20 giugno 2017 | 17:08
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Capaccio Paestum. I silos cadono a pezzi. Tragedia sfiorata in via della Stregara

Capaccio Paestum. I silos, facenti parte del complesso immobiliare in via della Stregara, nella contrada di Gromola, cadono a pezzi. Solo un caso ha voluto che domenica non si verificasse una tragedia a causa del distacco di pezzi di calcinacci e intonato dalle due strutture in cemento armato. Sul posto la polizia locale e i […]

Capaccio Paestum. I silos, facenti parte del complesso immobiliare in via della Stregara, nella contrada di Gromola, cadono a pezzi. Solo un caso ha voluto che domenica non si verificasse una tragedia a causa del distacco di pezzi di calcinacci e intonato dalle due strutture in cemento armato. Sul posto la polizia locale e i carabinieri. A seguito della caduta dei calcinacci si è resa necessaria la chiusura della strada attraverso l’emissione di una apposita ordinanza a tutela della pubblica sicurezza. Si tratta di una strada molto trafficata e i due silos, essendo pericolanti e diroccati, costituiscono un pericolo per automobilisti e pedoni. Sono beni dell’ex Ersac affidati alla Regione. Il complesso è costituito da due silos ed un’ex masseria. I silos sono stati realizzati intorno agli anni cinquanta durante il periodo della Riforma e della Bonifica fondiaria. I residenti, in più di un’occasione, hanno chiesto la messa in sicurezza dell’area. A sollevare la problematica è stato anche il presidente del movimento Vola alto, Giovanni Piano: «La problematica non ha mai avuto l’attenzione che merita. Via della Stregara non è una stradina secondaria ogni volta si rischia di essere colpiti da qualche calcinaccio, collega Gromola con Ponte Barizzo, ed è molto trafficata». I silos in passato venivano utilizzati per custodire i cereali, stipati e conservati nelle strutture presenti anche in altre zone del territorio comunale. Si tratta di manufatti molto caratteristici che, spesso, sono stati anche oggetto di recupero attraverso specifiche opere di ristrutturazione. In alcune località italiane, infatti, sono stati trasformati in abitazioni eco-compatibili, alberghi e perfino musei. Ostaggio del degrado anche l’ex Bufalara fino a qualche tempo fa, dimora per extracomunitari, poi definitivamente sgomberati. Nella stessa borgata si trovano numerosi immobili, qualcuno ormai diventato un rudere ed altri invece, come il palazzo che insiste in piazza, che potrebbero essere ristrutturati per essere destinati ad una sorta di finalità pubbliche. Tra le zone, dove sono localizzati gli ex beni Ersac, c’è la contrada di Spinazzo, via Fornilli, dove si trova un vecchio capannone con parti della copertura crollati. La Regione periodicamente cerca di mettere in vendita questi beni attraverso un piano di dismissione. Gli ultimi avvisi nel 2011. Con soli 321.002 euro era possibile diventare proprietari della “Stregara” e di 3 appartamenti, 5 depositi e 3 capannoni industriali. Gromola nuova la si poteva acquistare a prezzo di saldo per 728.487 euro, a poco più di 300 euro al metro quadro era possibile comprare 13 appartamenti, di cinque vani in media cadauno, 2 uffici, 11 depositi, 7 negozi e un capannone. (La Città)