Capaccio Paestum. Tensioni a Palazzo di Città: il Comune ha ignorato la protesta dei dipendenti, l’unico interesse sono le elezioni
Capaccio Paestum. «Non è più possibile attendere le elezioni e le solite manovre della politica». Così il segretario generale della Cisl Fp di Salerno, Pietro Antonacchio, sulla vertenza tra il Comune e i dipendenti. «Deplorevole, in un’ottica di massima condivisione fra lavoratori, dover assistere a un inconsistente e serpeggiante tentativo di delegittimazione dei nostri dirigenti […]
Capaccio Paestum. «Non è più possibile attendere le elezioni e le solite manovre della politica». Così il segretario generale della Cisl Fp di Salerno, Pietro Antonacchio, sulla vertenza tra il Comune e i dipendenti. «Deplorevole, in un’ottica di massima condivisione fra lavoratori, dover assistere a un inconsistente e serpeggiante tentativo di delegittimazione dei nostri dirigenti sindacali – afferma Antonacchio – sfociato addirittura in un palese attacco al pluralismo e alla libertà di espressione perpetrata a conclusione dei lavori assembleari». L’assemblea dei dipendenti comunali, che hanno promosso anche uno sciopero dalle 12 alle 14, si è svolta il 26 maggio. Alla base della protesta, promossa da Cgil, Uil e Cisl, la mancata applicazione dell’accordo sulle progressioni economiche orizzontali. «Pur comprendendo le fibrillazioni degli amministratori dell’ente, tutti impegnati in campagna elettorale, ci saremmo aspettati almeno un timido segno di interessamento alle dinamiche rivendicative di importanza vitale per la stessa pubblica amministrazione, per la tenuta dei servizi e degli equilibri di bilancio. In particolare indirizzata a un’azione posta in essere dalla segreteria provinciale Cisl Funzione pubblica, per favorire l’aumento dell’occupazione orientata principalmente al miglioramento professionale del personale interno, favorendo assunzioni nei confronti dei giovani, e per l’eliminazione di ogni forma di precariato presenti negli enti locali. Soprattutto per monitorare la quantità dei servizi e i costi generati dagli affidamenti esterni, che di fatto concorrono significativamente sulla spesa di bilancio generando silenti e anche nuove forme di precariato». Durante i lavori assembleari è stato ribadita la necessità «di addivenire anche alla costituzione del fondo salario accessorio con recupero di risorse economiche, attualmente congelate, con ripresa in contrattazione decentrata di tutti i processi migliorativi del salario accessorio». Antonacchio conclude: «Il tentativo di delegittimazione dei nostri dirigenti sindacali incoraggia e carica maggiormente la nostra determinazione, confermando ancora una volta, che sul territorio questo non rimane l’unico episodio d’incomprensione sull’unità sindacale. Intanto, apprendiamo che all’azione dello sciopero hanno aderito 28 lavoratori su 65». (La Città)