Cava de’ Tirreni. Il Comune rivuole gestire la piscina affidata anni fa a operatori privati. Dipendenti a rischio
Cava de’ Tirreni. Sono venticinque gli impiegati presso la piscina comunale di via Gino Palumbo il cui posto di lavoro è a rischio alla luce degli ultimi sviluppi in merito alla forte posizione debitoria della società che gestisce l’impianto nei confronti del Comune. La situazione ha fatto sì che si mobilitasse, nelle ultime ore, anche […]
Cava de’ Tirreni. Sono venticinque gli impiegati presso la piscina comunale di via Gino Palumbo il cui posto di lavoro è a rischio alla luce degli ultimi sviluppi in merito alla forte posizione debitoria della società che gestisce l’impianto nei confronti del Comune. La situazione ha fatto sì che si mobilitasse, nelle ultime ore, anche la sezione “Antonio Gramsci” del Partito Comunista metelliano affinché si scongiuri il peggio. Intanto da Palazzo di Città si valuta non solo di chiedere il fallimento della società ma anche la possibilità di affidare, in via temporanea, la gestione dell’impianto alla Metellia Servizi (la società in house del Comune che già si occupa della raccolta rifiuti e della gestione dei parcheggi) per garantirne la funzionalità della struttura e, quindi, l’attività lavorativa dei dipendenti. Istruttori, bagnini, operai della manutenzione e addetti alle pulizie, sono queste le figure professionali (in totale venticinque dipendenti) che potrebbero ritrovarsi, di qui a breve, senza un’occupazione qualora l’Amministrazione comunale decidesse di adottare il pugno forte per rientrare nelle somme che la società ATI Porzio Sport Management deve all’Ente sin dalla concessione della piscina comunale nel 2004. Una cifra stimata dalla Commissione Controllo e Garanzia (presieduta dal consigliere Massimiliano Di Matteo) che sfiora i 600.000 euro e che ha portato, ora, il Comune a dare mandato all’avvocatura di approfondire tutti i procedimenti giudiziari in corso e valutare se ci sono gli estremi per chiedere il fallimento della società. Qualora si ottenesse il rilascio della struttura, però, ci sarà da attrezzarsi per garantire non solo la continuità di funzionamento dell’impianto (considerati anche i numerosi iscritti che quotidianamente usufruiscono della piscina) ma anche i livelli occupazionali di quanti vi lavorano. La soluzione temporanea, nell’attesa di individuare un nuovo gestore dell’impianto, sembrerebbe essere quella di affidare la struttura alla Metellia Servizi. Proprio a tal proposito si è espressa la sezione “Antonio Gramsci” del Partito Comunista che ha chiesto all’Amministrazione di mettere in atto tutte le manovre necessarie a scongiurare il rischio che venticinque dipendenti si trovino senza occupazione. «Chiediamo – si legge nella nota diffusa dal partito – che l’Amministrazione obblighi, a motivo di tutela dei lavoratori, il futuro aggiudicatario della gestione della struttura al mantenimento dei rapporti lavorativi. Nondimeno rileviamo la sostanziale inadeguatezza delle varie amministrazioni locali succedutesi nel procedere alla risoluzione del contenzioso patrimoniale che continua a sussistere da un decennio e oltre». Il problema, tra le altre cose, era già stato sollevato in sede di consiglio comunale alla luce della discussione chiesta della minoranza in merito al destino della piscina. Unica voce fuori dal coro quella del consigliere comunale Gerardo Baldi, la cui posizione in difesa della società che gestisce l’impianto gli era già costata l’assessorato allo sport nel corso della precedente amministrazione. «Continuo a credere che la questione deve essere affrontata con molta delicatezza e in maniera più ampia – ha spiegato Baldi – La commissione controllo e garanzia si è accanita nel voler chiedere il fallimento e poter poi rientrare in possesso della struttura, senza valutare le varie ripercussioni che potrebbero esserci sull’attività svolta dai numerosi iscritti e sul lavoro di quanti professionisti del settore operano all’interno dell’impianto». (La Città)