Dopo due anni via il masso caduto sulla provinciale tra Aquara e Roscigno. Strada libera ma da oggi è chiusa alle auto per un anno
«L’è tutto da rifare», per dirla con Bartali. La storia: il masso caduto in mezzo alla strada provinciale cilentana tra Aquara e Roscigno era balzato agli onori delle cronache nazionali l’anno scorso. Quella pietra ciclopica, pesante qualche tonnellata e caduta dal fianco della montagna, giaceva al centro della carreggiata dal 18 agosto 2015. Dopo aver […]
«L’è tutto da rifare», per dirla con Bartali. La storia: il masso caduto in mezzo alla strada provinciale cilentana tra Aquara e Roscigno era balzato agli onori delle cronache nazionali l’anno scorso. Quella pietra ciclopica, pesante qualche tonnellata e caduta dal fianco della montagna, giaceva al centro della carreggiata dal 18 agosto 2015. Dopo aver «festeggiato» il primo compleanno, stava per compiere il secondo anno «di vita». Ieri mattina però è accaduto qualcosa. È successo che il sindaco del minuscolo Roscigno (860 abitanti), Pino Palmieri maresciallo della Guardia di Finanza fresco di rielezione col 73%, ha detto basta. E così, dopo aver firmato un protocollo d’intesa con la Provincia di Salerno, ha dato incarico a un’impresa che, grazie a una pala meccanica, ha spostato il pesantissimo macigno ai bordi della strada. Operazione durata qualche minuto e benedetta dalle telecamere di «Agorà» su Rai2. Poche centinaia di euro spese e pochi minuti di lavoro della pala meccanica per liberare la strada chiusa ormai da quasi due anni. A chi chiedeva come mai il macigno non fosse stato portato via e gettato magari in una cava, Palmieri spiegava che «si sarebbe dovuto fare a pezzi, operazione più lunga e costosa, quindi si è preferito spostarlo ai margini della carreggiata». Burocrazia battuta. E così, mentre il conduttore di Agorà, Gerardo Greco, sottolineava ironico la tardiva vittoria del buon senso, tra Aquara e Roscigno si festeggiava la riapertura della provinciale. Raccontano anche che qualcuno avrebbe stappato una bottiglia di spumante d’annata. Prosit. Ma si sa che la felicità dura poco. Con un finale degno di Hitchcock la burocrazia si è presa la sua rivincita. Spostato il masso la strada da oggi resterà chiusa almeno per un anno. Proprio così, avete letto bene, chiusa alle auto per 12 mesi. Circolazione vietata, anzi vietatissima. E dunque dopo quasi due anni di burocrazia spinta siamo al punto di partenza: la provinciale 12 Aquara-Roscigno non si può percorrere. Come in un assurdo gioco dell’oca torniamo alla prima casella. Perché mai, di grazia? Domenico Ranesi, responsabile viabilità della Provincia di Salerno, spiega: «Perché c’è un rischio elevatissimo per la sicurezza e spostare quel masso non è servito a nulla. Anzi. Quella grande pietra è caduta giacché tutto il fianco della montagna è franoso, come ci attesta uno studio geostrutturale che abbiamo da poco ricevuto. Occorre mettere in sicurezza l’area, abbiamo già pronto un progetto dal costo di 3,5 milioni che ovviamente richiederà tempo. Quanto? Almeno un anno di lavori». Punto e a capo, insomma. Invece del masso stavolta a chiudere la strada sono in arrivo new jersey e cartelli di divieto. Non mancano da parte della Provincia critiche al sindaco Pino Palmieri che è anche presidente della Comunità montana e ha preso l’iniziativa di spostare la «pietra della vergogna». «Mi aspetto che sarò punito per quello che ho fatto – dice Palmieri – ma non ne potevo più di vedere quel macigno obbrobrioso al centro della strada. Ho agito con il piglio del militare, non ho dimenticato di essere un finanziere, costi quel che costi». Nec recisa recedit, recita il motto della Guardia di Finanza. E così Palmieri, che è stato consigliere regionale del Lazio ai tempi della Polverini («rinunciai ai gettoni di presenza) ha preferito l’azione all’attesa delle lungaggini. E ora? Rischia addirittura una denuncia o una citazione civile per danni da parte della Provincia. Accade in Cilento nell’Anno Domini 2017, addì 21 di giugno, solstizio d’estate. (Corriere del Mezzogiorno)