GIFFONI SEI CASALI. “Non c’è linea, faccio dopo io, lasci pure il libretto…”. Carpiva così la buonafede dei clienti l’impiegata delle Poste. È questa una delle indiscrezioni che trapela da Prepezzano, uno dei casali di Giffoni, dove molti clienti della filiale di Poste Italiane si sono trovati ammanchi sui conti deposito. Tra le vittime figurano […]
GIFFONI SEI CASALI. “Non c’è linea, faccio dopo io, lasci pure il libretto…”. Carpiva così la buonafede dei clienti l’impiegata delle Poste. È questa una delle indiscrezioni che trapela da Prepezzano, uno dei casali di Giffoni, dove molti clienti della filiale di Poste Italiane si sono trovati ammanchi sui conti deposito. Tra le vittime figurano molti anziani.
A far scattare l’indagine interna sono stati alcuni movimenti sospetti rilevati dal “cervellone” di Poste che registra le operazioni. Non tutti si sono accorti degli ammanchi. Alcuni solo dopo che sono stati convocati dalla società per un aggiornamento del proprio libretto. Solo allora si sono resi conti che qualcuno, a loro insaputa, aveva fatto prelievi non autorizzati.
Così decine di risparmiatori sono stati raggirati ed ora sono pronti a fare fronte comune per riavere indietro il maltolto. La tensione nel piccolo casale è forte. C’è gente che si è vista sparire parte dei risparmi di una vita. Brave e buone persone che si fidavano del ruolo ricoperta dall’impiegata. C’è chi è corso al Municipio per chiedere un intervento anche ufficiale del Comune. A cercare un’azione amministrativa che desse maggiore peso alla loro legittima richiesta di risarcimento. È stato il primo cittadino in carica, Gerardo Marotta, a scrivere una lettera dal tono molto preoccupato alla direzione nazionale e a quella provinciale di Poste Italiane.
«Siamo sicuri che l’azienda – ha scritto il sindaco nella missiva inviata mercoledì al direttore provinciale, Basilio Mancuso – metterà in campo ogni utile azione a tutela dei nostri concittadini che hanno creduto e credono nel sistema Poste e che, al momento, sono preoccupati per i loro risparmi».
In paese si fanno i conti della somma che, complessivamente, sarebbe stata sottratta agli ignari risparmiatori. «Ho saputo di un risparmiatore al quale mancherebbero 30mila euro», dice al telefono Marotta. Ed è solo uno dei tanti. Molti preferiscono anche non parlarne: chi per rabbia, chi per un senso di vergogna. Nel casale di Prepezzano c’è un gran subbuglio per questa notizia. La maggior parte delle famiglie ha avuto un parente, anche se di legame non stretto, caduto nella trappola della falsa benevolenza dell’impiegata. La dipendente, in alcuni casi, avrebbe riportato anche a domicilio i titoli, dimostrandosi pienamente collaborativa. Invece, a distanza di mesi, si scoprono gli ammanchi.
DI MASSIMILIANO LANZOTTO LA CITTA DI SALERNO