Higuain è carico e Allegri scommette su di lui: «Magari segna»

2 giugno 2017 | 19:38
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Higuain è carico e Allegri scommette su di lui: «Magari segna»

Scusi Higuain, esiste ancora quel centravanti che sbaglia nelle finali, come abbiamo visto al Mondiale e in Copa America? Gonzalo guarda il giornalista con l’aria finto truce. «Dopo questa finale non venire a fare l’intervista con me!» sibila il Pipita minaccioso e se ne va. Un po’ scherzando. Ma un po’ no. Perché il nervo […]

Scusi Higuain, esiste ancora quel centravanti che sbaglia nelle finali, come abbiamo visto al Mondiale e in Copa America? Gonzalo guarda il giornalista con l’aria finto truce. «Dopo questa finale non venire a fare l’intervista con me!» sibila il Pipita minaccioso e se ne va. Un po’ scherzando. Ma un po’ no. Perché il nervo è scoperto. E forse è buon segno, almeno a giudicare dalla semifinale di Montecarlo: tutti erano con il pallottoliere puntato contro Higuain per i suoi miseri due gol in 24 partite a eliminazione diretta in Champions e lui ne ha fatti due in un colpo solo al Monaco. «Magari segna ancora lui. Farà una grande finale» ha sintetizzato Massimiliano Allegri a inizio settimana. E lui — mister 90 milioni ormai ammortizzati da questa finale che per la Juve ne vale oltre 40 in più — che dice? «Mi aspetto una partita dura, ma sapevamo già da agosto che questa poteva essere un’annata magnifica. Quando sono arrivato qui conoscevo la mentalità di questa società, ma ora che ci sono dentro mi fa impazzire: adesso facciamo la storia». A 13 anni, in una trasmissione della tv argentina, il piccolo Pipita dice con tono sicuro che il suo sogno «è quello di andare al Real Madrid». Quattro anni dopo lo realizza («grazie alla mia forza mentale») e adesso, dopo 7 stagioni alla casa blanca e 3 al Napoli, è venuto il momento di sognare a occhi aperti, di rompere l’ultimo tabù. È il momento di vincere la Champions. «Questa annata ha un sapore speciale — sottolinea il Pipita — Ho incontrato già il Napoli e ora il Real, le mie due ex squadre, per le quali provo affetto. Ma adesso ho una grande responsabilità, quella di vincere il più possibile con la Juventus. E siamo a un passo da qualcosa che nella storia bianconera nessuno è mai riuscito a fare. Se ho imparato a gestire le emozioni? Gioco da 11 anni in Europa — risponde piccato l’argentino — So controllare abbastanza bene le emozioni e certi momenti più difficili: speriamo di fare la storia». Quella che il Pipita non è riuscito a scrivere al Madrid, almeno in Champions. A parte i due gol nelle partite a eliminazione diretta, segnati contro Cska e Galatasaray, da quelle parti Higuain — portato dalla coppia Baldini & Capello — è ricordato con assoluto rispetto, anche se il clamoroso palo a porta vuota che costò l’eliminazione del Real di Pellegrini contro il Lione nel 2010 (con un giovane Pjanic in campo) è rimasto nella memoria collettiva. Come il dualismo con Benzema, causa della partenza di Gonzalo e quello più latente con Ronaldo: CR7 non si trovava male con Higuain (che infatti ancora oggi definisce il rapporto «cordiale»), ma si trovava meglio col francese. Che quest’anno ha segnato meno del solito (19 gol) ma ha partecipato attivamente all’evoluzione di Ronaldo in centravanti, con assist anche da trequartista vero. Tra l’algida magione madridista e la sfida affascinante, da outsider di qualità e quantità, col Napoli, adesso Higuain ha trovato la sua dimensione perfetta, nell’età della piena maturità (ha 29 anni e mezzo): la Juve per lui sembra più che mai il posto giusto nel momento giusto perché unisce la fame e il culto del successo del Real alla dimensione più umana e famigliare del Napoli. Un mix perfetto, come quello che predica Capitan Buffon «tra coraggio e paura, per chiudere un cerchio». Un mix che finora ha prodotto 32 gol del Pipita, che a Torino non ha stelle che gli fanno particolare ombra (come in Spagna) ma non ha nemmeno l’assillo di essere l’unico campione che deve risolvere le partite o quello che deve salvare la patria. E in questo l’intesa con Paulo Dybala fa la differenza: ieri in Italia, domani in Argentina. Ma oggi conta davvero solo l’Europa. (Corriere della Sera)