Il piennolo giallo, tesoro del Cilento. Prende piede il progetto di valorizzazione di questo pomodoro speciale dal sapore acidulo

19 giugno 2017 | 12:49
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Il piennolo giallo, tesoro del Cilento. Prende piede il progetto di valorizzazione di questo pomodoro speciale dal sapore acidulo

In un momento storico in cui il villaggio globale è sempre più connesso ed interconnesso grazie alla tecnologia, il recupero delle piccole identità territoriali ha acquisito un significato del tutto nuovo. Si moltiplicano le iniziative che con forza rivendicano una storia fatta di sapori e saperi, eleggendo l’Italia come la culla della biodiversità, la cornice […]

In un momento storico in cui il villaggio globale è sempre più connesso ed interconnesso grazie alla tecnologia, il recupero delle piccole identità territoriali ha acquisito un significato del tutto nuovo. Si moltiplicano le iniziative che con forza rivendicano una storia fatta di sapori e saperi, eleggendo l’Italia come la culla della biodiversità, la cornice perfetta di un infinito numero di micro patrimoni da proteggere. Ne è convinta anche Rosa Pepe, icona del concetto di “recupero” grazie al lavoro che svolge quotidianamente per il Crea Of di Pontecagnano, Centro di ricerca per l’orticoltura ed il florovivaismo della Regione Campania. «Per dare un valore aggiunto alle nostre tavole – spiega Rosa Pepe – dobbiamo ripartire da questi prodotti che appartengono alla nostra storia e che oggi possono rappresentare delle vere e proprie preziose microeconomie. Per farlo abbiamo bisogno dei contadini custodi che hanno preservato e custodito queste varietà nel tempo, in quanto ne hanno ben compreso il valore e quindi hanno provveduto a rinnovare i semi, a conservarli e custodirli. La loro generosità gli consente di mettere a disposizione i semi al Crea, che presso il suo centro avvia il lavoro di caratterizzazione morfofenologica e agronomica, al fine di stabilire se è una vera biodiversità o una varietà commerciale. Dopo si passa al lavoro per filiera, cercando di coinvolgere agricoltori, trasformatori e ristoratori, al fine di renderla disponibile anche sul mercato». Un lavoro che cammina perfettamente a braccetto con un’altra realtà che salva dall’oblio, recupera e valorizza le piccole produzioni agricole come Slow Food. In questo periodo, nel Cilento, grande fermento vi è attorno ad un progetto di valorizzazione del pomodoro giallo cilentano o meglio definito “pummarole gialle o piennuli antichi gialli” partito nel 2016 dalla sinergia tra Condotta Slow Food Gelbison, Parco Nazionale del Cilento, degli Alburni e del Vallo di Diano e Crea Of. In un’area che va indicativamente da Casalvelino a Novi Velia e tutt’intorno al territorio di Vallo della Lucania, questo pomodoro dal sapore acidulo e dalla polpa spessa veniva usato per la sua capacità di resistere alla siccità, amatissimo tutt’oggi sia ad acquasale che all’insalata con le alici salate. E’ un simbolo antico che caratterizzava di giallo intenso, a differenza di quanto accadeva nella zona del Vesuvio, le abitazioni di una volta e le balconate. Quel piennolo giallo che ricopriva l’inverno, permettendo di allungare generosamente la stagionalità estiva del pomodoro. Addirittura è stato verificato che trapiantandolo in campo – con un poco di ritardo – riesce a dare frutti fino a dicembre. Una forma tondo quadrata, solo leggermente pizzuta, che oggi rivive in circa due ettari totali, divisi tra i numerosi appezzamenti degli agricoltori che hanno deciso di scommettere su questa produzione. Un numero esiguo ma non troppo, se si pensa che si tratta di una pianta che cresce in altezza con l’aiuto dei tutori. Ed anche quest’anno è partita la distribuzione delle piantine da parte del Crea, in luoghi istituzionali così come in piccoli orti. L’obiettivo è recuperare una microfiliera virtuosa, tornando ad apprezzare un patrimonio culturale e gastronomico. (La Città)