L’appello del Papa contro le divisioni: «Cristiani uniti nella diversità. Ma è un errore anche l’omologazione»

5 giugno 2017 | 12:36
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L’appello del Papa contro le divisioni: «Cristiani uniti nella diversità. Ma è un errore anche l’omologazione»

All’omelia della messa celebrata ieri in piazza San Pietro c’erano almeno 60.000 fedeli, ma è una stima prudente: gremite erano infatti anche piazza Pio XII e la prima parte di via della Conciliazione e, quindi, c’erano circa 100.000 persone. Dopo il rito il Papa ha pregato, al Regina Coeli, per le vittime del London Bridge. […]

All’omelia della messa celebrata ieri in piazza San Pietro c’erano almeno 60.000 fedeli, ma è una stima prudente: gremite erano infatti anche piazza Pio XII e la prima parte di via della Conciliazione e, quindi, c’erano circa 100.000 persone. Dopo il rito il Papa ha pregato, al Regina Coeli, per le vittime del London Bridge. «Lo Spirito doni pace al mondo intero; guarisca le piaghe della guerra e del terrorismo che anche questa notte, a Londra, ha colpito civili innocenti: preghiamo per le vittime e i familiari». Sabato, nello straordinario incontro con i movimenti carismatici (che sono cattolici ma anche protestanti, in particolare evangelici e pentecostali) di tutto il mondo al Circo Massimo, il Papa aveva detto che «annunciare insieme la buona novella è dimostrare che la pace è possibile, anche se non è tanto facile dimostrarlo in questo mondo di oggi, ma è possibile se siamo in pace fra noi. È possibile anche se abbiamo differenze: questo è ovvio, ma desideriamo essere una diversità riconciliata. Può darsi che questo modo di pregare non piaccia a qualcuno. Nessuno è il padrone e gli altri sono servi. Grazie della testimonianza che date qui. Fa bene a tutti». E ieri il pontefice è tornato a condannare duramente le divisioni che continuano nella Chiesa «quando ci si chiude nei propri particolarismi, magari ritenendosi i migliori o quelli che hanno sempre ragione. Allora si sceglie la parte, non il tutto, l’appartenere a questo o a quello prima che alla Chiesa; si diventa “tifosi” di parte anziché fratelli e sorelle nello stesso Spirito; cristiani “di destra o di sinistra” prima che di Gesù; custodi inflessibili del passato o avanguardisti del futuro prima che figli umili e grati della Chiesa. Così c’è la diversità senza l’unità». Per il Papa questa è la prima delle «due tentazioni ricorrenti» nella vita delle comunità cristiane: «Quella di cercare la diversità senza l’unità. Succede quando ci si vuole distinguere, quando si formano schieramenti e partiti, quando ci si irrigidisce su posizioni escludenti». Ma, ha ammonito Francesco, c’è anche «la tentazione opposta, quella di cercare l’unità senza la diversità. In questo modo l’unità diventa uniformità, obbligo di fare tutto insieme e tutto uguale, di pensare tutti sempre allo stesso modo. In questo modo l’unità finisce per essere soltanto omologazione e non c’è più libertà. Ma, dice San Paolo, “dove c’è lo Spirito del Signore, c’è libertà”. La nostra preghiera allo Spirito Santo è allora – ha concluso Papa Francesco – chiedere la grazia di accogliere la sua unità, uno sguardo che abbraccia e ama, al di là delle preferenze personali, la sua Chiesa, la nostra Chiesa; di farci carico dell’unità tra tutti, di azzerare le chiacchiere che seminano soltanto zizzania e le invidie che avvelenano, perché essere uomini e donne di Chiesa significa essere uomini e donne di comunione; è chiedere anche un cuore che senta la Chiesa nostra madre e nostra casa: la casa accogliente e aperta, dove si condivide la gioia pluriforme dello Spirito Santo». (La Città)