Primo rapporto Legambiente-Unipol. In Campania danni per un miliardo dovuti ai cambiamenti climatici
Con oltre 1,1 miliardi di euro di danni al patrimonio pubblico e privato, la Campania è la regione italiana che paga il prezzo più alto agli effetti del cambiamento climatico, tra alluvioni ed esondazioni dei fiumi. Il dato, relativo al quadriennio 2013-16, emerge dal dossier “Le città alla sfida del clima”, realizzato da Legambiente in […]
Con oltre 1,1 miliardi di euro di danni al patrimonio pubblico e privato, la Campania è la regione italiana che paga il prezzo più alto agli effetti del cambiamento climatico, tra alluvioni ed esondazioni dei fiumi. Il dato, relativo al quadriennio 2013-16, emerge dal dossier “Le città alla sfida del clima”, realizzato da Legambiente in collaborazione con Unipol Gruppo. La ricerca sottolinea la necessità di rendere il territorio più resiliente, ossia aumentare la capacità di assorbire gli urti. Un esempio virtuoso citato dallo studio viene da Contursi Terme, nel capitolo dei regolamenti edilizi: in tema di risparmio idrico e recupero delle acque meteoriche, il Comune rende obbligatorio recuperare le acque piovane in proporzione alla superficie dell’edificio e per non meno di 50 litri/m2, sia nel caso di rifacimento della rete di distribuzione dell’acqua potabile sia nel caso di nuovi edifici; contemporaneamente è obbligatoria l’adozione di dispositivi per la regolazione del flusso dell’acqua dalle cassette di scarico, anche per le destinazioni commerciali. Ma se la località termale compie passi avanti, altrettanto non può dirsi per il resto della regione. Il livello di prevenzione «è scarsissimo», denuncia Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania. «Il dossier – aggiunge l’esponente ambientalista – è ancora approssimativo, se fosse più puntuale scopriremmo che i danni sono maggiori. Si sta avendo una accelerazione che non lascia presagire nulla di buono». Intanto, si contano i danni dei 56 stati di emergenza nei diversi territori colpiti da eventi estremi: la Campania distanzia tutti, seguita da Emilia Romagna e Abruzzo (800 milioni), Toscana (700 milioni), Liguria e Marche (oltre 600 milioni). Intrecciata al cambiamento climatico, l’emergenza idrica che nelle ultime settimane colpisce la regione. «Le località turistiche del Cilento – ricorda Buonomo – sono quelle più a rischio, perché l’area non ha grandi fiumi in grado di innalzare il livello delle falde, ma solo piccoli torrenti». Lunghi periodi di siccità e prolungate ondate di calore diurne e notturne sono tra gli effetti palpabili del cambiamento climatico. Dal 2010 ad oggi sono 126 i comuni italiani dove si registrano impatti rilevanti dei 242 fenomeni meteorologici censiti dal dossier di Legambiente, con ripercussioni sul territorio e la salute dei cittadini. Nel dettaglio, sono 52 i casi di allagamenti da piogge intense, 98 quelli di danni alle infrastrutture da piogge intense con 56 giorni di stop a metropolitane e treni urbani nelle principali città italiane: 19 giorni a Roma, 15 giorni a Milano, 10 a Genova, 7 a Napoli e 5 a Torino. Ed ancora 8 casi di danni al patrimonio storico, 44 casi di eventi tra frane causate da piogge intense e trombe d’aria, 40 eventi causati da esondazioni fluviali. Tra il 2010 e gli inizi del 2017, dal Nord al Sud si rilevano 55 giorni di blackout elettrici dovuti al maltempo. Il più lungo nel gennaio scorso: in una settimana oltre 150.000 case sono rimaste senza luce e riscaldamento a causa delle forti nevicate in Abruzzo. Tra le grandi città, Roma negli ultimi setti anni registra 17 episodi di allagamento intenso, di cui una buona parte solo negli ultimi anni. Ancora più allarmante il tributo in termini vite umane e di feriti: dal 2010 al 2016 sono oltre 145 le persone morte a causa di inondazioni e oltre 40.000 quelle evacuate (dati Cnr). In Italia l’ondata di calore del 2015 causa, tra gli over 65, 2.754 morti in 21 città italiane e provoca danni gravi alla produzione agricola e ittica dovuti al surriscaldamento. Ma la sensazione è che il problema sia molto sottovalutato. (La Città)