Grande successo di pubblico al Museo del Mare per il “Duo Synthesis”e per la prima assoluta di Abwechseln di Enrico Renna DI ANDREA MATTERA In occasione della Notte Europea dei Musei, l’associazione “Amici del Museo del Mare di Napoli” ha proposto un concerto dell’emergente “Duo Synthesis”, formato da due giovani e promettenti allievi del Conservatorio […]
Grande successo di pubblico al Museo del Mare per il “Duo Synthesis”e per la prima assoluta di Abwechseln di Enrico Renna
DI ANDREA MATTERA
In occasione della Notte Europea dei Musei, l’associazione “Amici del Museo del Mare di Napoli” ha proposto un concerto dell’emergente “Duo Synthesis”, formato da due giovani e promettenti allievi del Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli: il clarinettista Andrea Caputo e il pianista Lorenzo Pascucci. Il programma proposto al pubblico, un vero e proprio viaggio alla scoperta del repertorio solistico e virtuosistico del clarinetto e del pianoforte, ha visto spaziare i due interpreti dai primi dell’Ottocento fino all’epoca a noi contemporanea. Ad accompagnare il pubblico attraverso questo percorso è stato il M° Enrico Renna, docente di composizione del Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli, nonché autore di uno dei brani eseguiti nel corso della serata, e volto non nuovo per i frequentatori del Museo del Mare di Bagnoli, viste le numerose iniziative musicali da lui presiedute negli ultimi anni. La serata ha avuto inizio con il Concerto per clarinetto e orchestra n.1 op.73 di Carl Maria von Weber e la Sonata per clarinetto e pianoforte op.167 di Camille Saint-Saens, brani che hanno messo in luce le qualità espressive e l’affiatamento dei due musicisti. Un breve intervallo ha preceduto l’inizio della seconda parte del concerto che, ad eccezione della brillante Sonatina di Malcom Arnold, ultimo brano eseguito dal duo, ha proposto agli ascoltatori alcuni brani solistici. È toccato prima al pianoforte con una Polka di Sergej Rachmaninov e una parafrasi sul “Der Fledermaus” di Johann Strauss jr. ad opera di Alfred Grünfeld: entrambi brani di grande virtuosismo, apprezzati e applauditi dal pubblico, hanno messo in luce, nonostante i limiti tecnici dettati dallo strumento (un pianoforte verticale degli inizi del secolo scorso) le doti virtuosistiche di Pascucci, abitudinario di questo genere di repertorio, tanto da poter vantare nel suo curriculum la recente esecuzione del Concerto n. 2 di Rachmaninov al Teatro Bellini di Catania. A seguire è stata la volta del clarinetto e del brano Abwechseln di Renna, scritto negli anni ’80 per Ciro Scarponi, clarinettista che di questo brano fece un vero e proprio cavallo di battaglia. Come raccontato dallo stesso autore, “Abwechseln” vuol dire “alternare”, e nasce come rapporto dialettico tra strutture fisse e strutture mobili. Le strutture fisse sono quattro, poste nel riquadro centrale dello spartito, mentre le strutture mobili sono poste ai lati ed assumono atteggiamenti grafici di vario tipo. Le strutture fisse sono centripete rispetto ad una concezione allargata di tono principale (tonica), quelle mobili sono, al contrario, centrifughe. Il gusto grafico suggerisce, di volta in volta, comportamenti strumentali e strutturali diversi.” Il giovane Caputo anche stavolta ha dimostrato le sue notevoli capacità esecutive e la sua padronanza delle tecniche contemporanee, delle quali non è di certo un neofita, avendo già eseguito l’anno scorso, nella cornice della casina pompeiana di Palazzo Venezia, un altro brano di Renna, “Troverò la luna dell’aurora”. Il brano, nonostante sia di difficile ascolto per orecchie non abituate al repertorio novecentesco, ha ricevuto da parte del pubblico in sala una calorosa ed entusiastica accoglienza, accoglienza che mi auguro possa segnare l’inizio di un sempre maggior interesse da parte del pubblico verso il più recente repertorio musicale e la sua sempre più frequente presenza all’interno del panorama concertistico. Tre bis richiesti dal pubblico per concludere il concerto, con Abwechseln di Renna, il Valzer op.69 n.1 in La bemolle di Chopin e il Furioso dalla Sonatina op.29 di Arnold.