Valentino Rossi più forte del dolore: «Me la sono vista brutta, ma corro». Al Mugello l’ok dei medici dopo l’incidente

2 giugno 2017 | 18:38
Share0
Valentino Rossi più forte del dolore: «Me la sono vista brutta, ma corro». Al Mugello l’ok dei medici dopo l’incidente

«Come sta il Dottore?» domanda ansioso il popolo giallo pronto all’esodo verso il Mugello. Benino grazie, risponde lui, ma da qui a dire che domenica darà spettacolo come ai vecchi tempi ne passa. «Fatemi salire in moto, poi vi dirò…», spiega Valentino. La situazione al momento è questa: i medici ieri mattina gli hanno dato […]

«Come sta il Dottore?» domanda ansioso il popolo giallo pronto all’esodo verso il Mugello. Benino grazie, risponde lui, ma da qui a dire che domenica darà spettacolo come ai vecchi tempi ne passa. «Fatemi salire in moto, poi vi dirò…», spiega Valentino. La situazione al momento è questa: i medici ieri mattina gli hanno dato l’ok per correre e le sue condizioni fisiche migliorano di ora in ora; solo le sensazioni in sella potranno però fornire un quadro preciso del suo stato. «Da due giorni mi sento molto meglio: ho anche provato ad andare in moto senza dolore, ma un conto è andare sullo scooter, un altro su una MotoGp… Non sono al 100 per cento, ho qualche acciacco, fatico a dormire, ma sono ottimista. È solo giovedì». L’incidente di otto giorni fa sulla pista da cross di Cavallara è stato pesante e lo si capisce dal suo racconto: «È stata una caduta brutta e molto dolorosa: saltando, sono atterrato un metro fuori pista, dove il terreno è troppo molle; la moto si è bloccata e sono volato via colpendo con il petto sia il manubrio che il terreno». Le conseguenze sono state pessime: «Avevo male al torace e all’addome, ho passato una notte in ospedale in cui faticavo a respirare e anche quando sono tornato a casa le cose sono rimaste difficili». Il rischio di non venire nemmeno al Mugello c’è stato. «Me la sono vista brutta: i dottori all’inizio mi avevano detto che non avrei potuto correre. Invece sono stato fortunato, il mio fisico ha reagito e da 48 ore respiro abbastanza bene». Perfetto per uno che deve andare a pescare, ma è abbastanza per correre una gara di MotoGp? Dopotutto, se il dolore è un compagno fisso dei piloti, è pure vero, come dice Rossi, «che è meglio se non c’è…». Nel dettaglio, dunque, gli aspetti da verificare sono tre: «I cambi di direzione, che qui sono severi; la respirazione profonda quando spingi molto; la tenuta sul lungo tempo della gara». Per questo stamattina Rossi è salito in sella e ci ha dato dentro subito: osare per capire, capire per programmare, programmare per competere all’altezza, visto che altro terreno non va più perso. Viñales è a più 23, davanti c’è anche Pedrosa, e Marquez incalza. Altri errori stile Le Mans sono da evitare, anche se Valentino assicura che non ha cambiato idea: «Ora è facile dire che in Francia sarebbe stato meglio accontentarsi del secondo posto, ma io non ci ho pensato un attimo. L’ho pagata cara ma in un campionato tanto equilibrato quando la moto va bene bisogna portare a casa punti». Ci sta. Ma la grande domanda ora è un’altra: e chiudere col motocross, considerato che già nel 2010 Rossi si era procurato un infortunio alla spalla che aveva condizionato tutta la sua stagione? «A me il motocross piace molto, è il miglior allenamento fisico e mentale che c’è. Mi sa però che dopo questo colpo la mia carriera da crossista è finita…». Soprattutto se ce n’è un’altra da alimentare: più importante, più gloriosa e, a quanto pare, molto meno pericolosa. (Corriere della Sera)