Vico Equense. Il professor Esposito interviene sulla storia della sua città

10 giugno 2017 | 17:02
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Vico Equense. Il professor Esposito interviene sulla storia della sua città

Vico Equense. Il professor Esposito interviene sulla storia della sua città in maniera davvero interessante: “Mi accorgo di aver stimolato la curiosità dei vicani che non amano leggere i libri ma sono interessati lo stesso alla storia del loro paese. Dopo la peste della fine del Seicento, il terremoto che portò via un pezzo di […]

Vico Equense. Il professor Esposito interviene sulla storia della sua città in maniera davvero interessante: “Mi accorgo di aver stimolato la curiosità dei vicani che non amano leggere i libri ma sono interessati lo stesso alla storia del loro paese. Dopo la peste della fine del Seicento, il terremoto che portò via un pezzo di costa e altre disgrazie, nel Settecento con i Borbone vi fu una crescita di Vico sotto ogni profilo, anche se non mancarono la carestia e un’epidemia. Vico in quel secolo ebbe un approdo per i traffici marittimi piuttosto frequentato anche perché era raggiungibile abbastanza facilmente solo per mare. I casali, invece, si trovavano sulla strada terrestre che da Pozzano, attraverso la Spelonca e Massaquano, portava a Vico per terra ma più frequentemente a Sorrento, ad Amalfi, ad Agerola. Massaquano era lo snodo di questi percorsi e perciò molto conosciuta e frequentata tanto che il toscano scienziato Bartolomeo Intieri, che a Napoli aveva fatto fortuna, vi costruì una villa ove riuniva il fiore della cultura napoletana del tempo e conduceva studi di matematica ed esperimenti di meccanica. Per chi aveva paura del mare e dei pirati, Massaquano Moiano, Arola erano mete preferite più di Vico. La rivalità fra casali e capoluogo emerse violentemente nel 1799 nella lotta fra repubblicani e sanfedisti. La costruzione della strada costiera (1834) segnò la fine della prosperità dei casali e i vicani vittoriosi ostacolarono anche la costruzione della Raffaele Bosco, temendo di perdere un’egemonia così faticosamente conquistata, grazie al Conte Luigi Giusso, Ferdinando IV e diversi forestieri che vennero a installarsi a Vico”.