Vico Equense. Marina di Seiano. Cooperativa San Francesco di Paola: “I Box pescatori da un anno dall’affidamento non funzionano”

24 giugno 2017 | 15:13
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Vico Equense. Marina di Seiano. Cooperativa San Francesco di Paola: “I Box pescatori da un anno dall’affidamento non funzionano”
Vico Equense. Marina di Seiano. Cooperativa San Francesco di Paola: “I Box pescatori da un anno dall’affidamento non funzionano”
Vico Equense. Marina di Seiano. Cooperativa San Francesco di Paola: “I Box pescatori da un anno dall’affidamento non funzionano”

Marina di Seiano (Vico Equense). E’ passato un anno dalla realizzazione di otto locali per la pesca alla Marina d’Aequa. “Si tratta di immobili costruiti per l’attività peschereccia”, così era previsto, soprattutto per avere un finanziamento regionale tramite il “Fondo europeo per la pesca 2007-2013 – Porti, luoghi di sbarco e ripari di pesca”. Si tratta […]

Marina di Seiano (Vico Equense). E’ passato un anno dalla realizzazione di otto locali per la pesca alla Marina d’Aequa. “Si tratta di immobili costruiti per l’attività peschereccia”, così era previsto, soprattutto per avere un finanziamento regionale tramite il “Fondo europeo per la pesca 2007-2013 – Porti, luoghi di sbarco e ripari di pesca”. Si tratta di un’attività nel suo complesso costata 1milione e 545mila euro; tra questi, infatti, cinque sono destinati al deposito delle attrezzature da pesca, uno per la cella frigorifera e la macchina per la produzione del ghiaccio, uno riservato all’impianto per l’aspirazione e stoccaggio di olii esausti e scarichi di sentina, l’altro per servizi igienici e spogliatoi.

Tra le altre opere realizzate, l’ampliamento e la messa in sicurezza del tratto iniziale della banchina per renderla più sicura e funzionale all’accesso dei pescherecci, camioncini e degli eventuali mezzi di emergenza, la pavimentazione con il basolato in pietra vulcanica, l’impianto di illuminazione dell’intero molo e la creazione di una rete di distribuzione idrica-elettrica composta da colonnine da posizionare a bordo banchina per la fornitura dei servizi.

L’allora sindaco f.f. Benedetto Migliaccio e il legale rappresentante della Cooperativa di Pesca San Francesco Di Paola Michele Arpino, avevano siglato appena un anno fa, l’intesa per la gestione dei depositi per i pescatori. Sulla base dell’accordo raggiunto con i pescatori e dei successivi atti comunicati all’Amministrazione comunale, l’unico soggetto legittimato alla gestione dei locali presenti nel porticciolo di Marina di Aequa e all’esercizio delle attività da svolgersi al loro interno è la Cooperativa San Francesco di Paola.

E’ passato un anno ma non è più così. Andiamo con ordine. Dopo l’insediamento dell’attuale amministrazione comunale, arriva l’allora comandante della Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia (Guardia Costiera), con un’ordinanza stabilendo che uno dei box affidati dal comune è condiviso con la cooperativa ma questo non è possibile perché dal progetto originario era stato definito che la cooperativa fosse l’unico soggetto affidatario.

C’è da precisare che questi casotti non hanno ancora l’elettricità (la cooperativa ha fatto richiesta di fornitura ma da un anno non ha ancora ottenuto risposte) e nemmeno un contratto con un fornitore elettrico, dopo più di un anno dalla consegna dei lavori. Non essendoci corrente in questi box, le colonnine sul molo per l’elettricità e l’acqua delle imbarcazioni, non sono funzionanti, proprio perché necessitano di energia elettrica per la loro funzionalità.

Nel frattempo ad un privato viene affidata la scogliera del molo, per attività balneare, collegata ad una struttura ricettiva della zona. Per mettere in funzione questa struttura (la pedana con le attività connesse), si manifesta la necessità anch’essa di fornitura elettrica. Il comune per ovviare a ciò, ha chiesto alla cooperativa con insistenza, tramite anche una diffida, l’apertura del casotto (quello contenente gli olii esausti) per inserire un armadietto elettrico per fornire elettricità al privato. Innanzitutto non si capisce la celerità della fornitura al privato invece della cooperativa dei pescatori che aspetta da un anno. Seconda cosa, i box sono stati affidati, non si può chiedere di inserire un armadietto (una cassetta di derivazione, così il fornitore può acquisire un diritto sul luogo) in un luogo pubblico per una struttura privata vicina. Terza ma non ultima per importanza, inserire questo armadietto proprio nei box degli olii esausti, è pericolosissimo.

Senza energia elettrica in questi box, la cella frigorifera, le attrezzature, gli spogliatoi e i bagni non possono essere utilizzati.

La cooperativa di tutta risposta ha diffidato il comune a non accedere ai casotti soprattutto perché si va contro al bando della Regione, che se questi box verranno utilizzati contro i fini della pesca (che per questo motivo hanno ottenuto i cash), il comune potrà perdere il finanziamento. E lo potrà perdere se non verrà attivata la fornitura elettrica dei casotti.

La cooperativa è stufa: “toglieteci l’affidamento e fateci quello che volete, ma nel momento in cui è stata affidata a noi, dovete rispettare le regole”. L’affidamento dura cinque anni, scadrà nel 2021. Continuano “noi come cooperativa abbiamo appoggiato alle scorse elezioni, questa amministrazione comunale e l’attuale classe dirigente ma ci stiamo rimangiando tutto quello fatto; sembrano assenti, non vogliono rispettare gli affidamenti, i nuovi consiglieri, tutti giovani, sembrano dormienti. Svegliatevi!”.

“Abbiamo la cella frigorifera con le pendenze al contrario. Potrà arrivare l’ASL alla Marina e magari potrà constatare queste pendenze e quindi potranno togliere l’agibilità a questa cella. Faccio richiesta al comune, ma sono sordi”. “Non abbiamo nulla contro il privato. Per raggiungere l’obiettivo vogliono attraversare le linee già inserite e non funzionanti (ci sono già i cavidotti a terra presenti) della cooperativa. Con la scusa di portare la corrente al privato, nella lettera, il fornitore elettrico ha detto di energizzare i box pesca: ma chi volete prendere per i fondelli? Noi non abbiamo un contratto con Enel, visto che devono ancora rispondere alla nostra richiesta, tu ENEL perché vuoi entrare nei casotti? Il comune per non contrastare questi signori mettono noi Cooperativa in mezzo dandoci tutte le colpe possibili”.

“All’inizio della banchina, vicino alla sbarra (della strada per le calcari) ci sono due mini depositi (di colore grigio) finanziati sempre per la pesca, che il comune ha invece affidato alla GORI, il fornitore idrico in provincia, per dei gruppi elettrogeni nel momento in cui mancherà la corrente. Lì dovevano essere inserite i contatori dell’ENEL per il molo e quindi per le colonnine non funzionanti e tanto altro, invece è stato affidato a ditte private”.

“E’ stata fatta un ordinanza dalla Capitaneria di Porto soltanto per la pesca” – continua la cooperativa pescatori – “dalla sbarra fino a tutto il molo, di solito le ordinanze si fanno per tutti i luoghi, non per un singolo spazio. Hanno fatto un ordinanza con cui il box n.4 è condiviso con loro (la Capitaneria di Porto). Il comune di Vico Equense ci ha dato l’affidamento, con quale autorità la Guardia Costiera può chiedere questo?”. “Il comandante con questa ordinanza ha deciso che i pescatori con una barca di oltre dieci metri non possono entrare in porto, perché dicono per motivi di sicurezza”. “Funzionano soltanto i primi cinque casotti come ricovero delle attrezzature di pesca”.

“Noi come pesca con una vecchia ordinanze dell’83, che è stata eliminata lo scorso scorso anno dalla capitaneria, avevamo 25 metri dalla banchina verso il mare come ormeggio. Il comandante della Capitaneria, arriva e ci dice che per motivi di sicurezza deve creare dei canali, guarda caso, proprio nella zona di pesca. In poche parole, ci tirano indietro di 20 metri, si prendono 5 metri e ci fanno l’ordinanza che con la barca di 10 metri dei pescatori, non possiamo entrare. Come è possibile che le imbarcazioni da diporto di più di dieci metri possono entrare?”.

“L’amministrazione comunale deve prendersi le sue responsabilità, ci dispiace dirlo ma questi giovani che sono scesi in campo, ci hanno deluso in pieno”. “Il progetto FEP prevedeva le telecamere, noi le avevamo inserite, ma la sera stessa sono scomparse, ad opera del comune. Non abbiamo più sicurezza in quella banchina, si sono presi tutti i pomelli dalle porte dei box, hanno rubato un faretto. Abbiamo denunciato molte volte dai carabinieri per i furti che avvengono nel molo ma nessuno fa niente. Noi aspettiamo collaborazione dal comune, non vogliamo far guerra con nessun signore. Non vogliamo responsabilità che sono del comune. Se ci volete far qualcosa in questi box, prendeteveli. Noi cooperativa non li vogliamo tenere in questo stato inutilizzati. Siamo una categoria pescatori, andiamo nel mare anche con il mal tempo, non ci rilassiamo sulle spiagge, non possiamo essere trattati in questo modo”.