VIETRI: UN ITINERARIO MARE-MONTI LUNGO IL BONEA

30 giugno 2017 | 10:13
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VIETRI: UN ITINERARIO MARE-MONTI LUNGO IL BONEA

Fu la residenza estiva della buona borghesia salernitana, cavese e napoletana. Ne è testimonianza qualche bella dimora, che ancora ostenta grazia ed eleganza nel nitore accecante tra il verde dei giardini.nella civetteria dei  torrini-colombaie e nel terrazzo spazioso, che conobbe sfarzo di feste nel fuoco della luna nelle notti d’agosto, a dominio di fiume un […]

Fu la residenza estiva della buona borghesia salernitana, cavese e napoletana. Ne è testimonianza qualche bella dimora, che ancora ostenta grazia ed eleganza nel nitore accecante tra il verde dei giardini.nella civetteria dei  torrini-colombaie e nel terrazzo spazioso, che conobbe sfarzo di feste nel fuoco della luna nelle notti d’agosto, a dominio di fiume un tempo pulito. Sullo sperone verde della collina, aperta ai venti e al mare,sfavilla tra gli agrumeti l’ultima residenza di una aristocrazia di censo e di casato a memoria di glorie non completamente tramontate. La Crestarella fa sempre da guardia ai Due Fratelli e la risacca le ricanta, sempre, alle radici lippose la nenia di tenere storie di amore e morte. La Torre Vito Bianchi, non priva di grazia pur nella mole massiccia, rievoca assalti di pirati assetati di sangue e di bottino e difese coraggiose per prodezza di soldati e miracoli di santi protettori. Nell’anfiteatro dei terrazzamenti verdi di coltivi le chiese bianche dai minuscoli sagrati vegliano su covate di case all’azzardo della collina.

E’ la Marina di Vietri, che conserva magia di paesaggio e di costrutto, nonostante qualche accenno di baraccopoli di periferia e bancarelle di mercato rionale. Il fiume Bonea, che scarica miasmi a mare, fu un tenpo nastro azzurro a traghettare storie raccolte nelle gole dei monti della Badia della Trinità, a carezza delle celle di abati santi e colti. E si arricchì di canti di lavoro. di leggende e misteri di diavoli e fantasmi sotto i ponti di Molina, scivolando a valle. Quel fiume’ che oggi è un problema, potrebbe diventare una risorsa. sempre che se ne ipotizzasse e realizzasse la bonifica integrale, recuperandolo, dalla foce alla sorgente, con itinerari attrezzati. Si potrebbe anche pensare, e perchè no?, ad un’Oasi fluviale tra Vietri e Cava.

Lungo l’alveo si sono scritte belle pagine di storia del lavoro, con l’arte della ceramica, della carta e dei mulini a farla da protagonista.Ed il borgo, che si adagia pigro nella umbratilità della vallata, conserva anche nel nome i segni di un pasato nobile di attività molitoria legata all’acqua. E le dimore, non prive di eleganza nelle linee architettoniche, pur se appannate dal degrado degli anni, testimoniano di un ceto imprenditoriale che conobbe splendori di produttività nel canyon verde tra Dragonea e Benincasa, da un lato, e i primi villaggi della Conca Metelliana, dall’altro. Lungo la valle, a margine di fiume, Cava sogna da sempre il suo sbocco a mare con una rotabile leggera a rispetto di impatto ambientale. In attesa, una ciclabile o pedonale attrezzata per gli amanti della natura patiti di trekking potrebbe essere una ipotesi da non sottovalutare, nella non trascurabile prospettiva di un processo di osmosi e di interscambio tra il mare di Marina ed il verde delle colline e delle montagne dell’interno. Fu, d’altronde, l’incanto di avventura dei viaggiatori del Grand Tour, che dal Ponte de La Cava caracollavano su carroze e/o mezzi di fortuna all’accecante conquista della solarità del mare della costa. Potrebbe e, secondo me, dovrebbe essere il naturale lembo di paradiso della Divina pe i cittadini di Salerno (200.000) e di Cava (60.000) se solo, giù alla foce, ci fosse un arredo  urbano adeguato per dare grazia e sorriso di cascate di verde e fiori alla durezza del cemento. E il Lungomare reclama, ancora e di più, arabechi di aiuole  colorate nello sfarzo della perenne fioritura a decoro di locali a ricamo di battigia nella grazia civettuola degli arredi. Ah, se esaltassimo di più il Culto della Bellezza nel Tempio della Natura, di cui meniamo vanto a giusta ragione!!!!

Giuseppe Liuccio