Costa d’Amalfi. Dai turisti stranieri 370 milioni
I comuni nel cui perimetro si spende di più (in media al giorno): Positano (200 euro), Ravello (178), Amalfi (153), Maiori (150), Minori (148). Le informazioni sono tratte dall’Indagine campionaria sul turismo internazionale della Banca d’Italia. Tempo di vacanze, ma anche di valutazione della capacità attrattiva delle diverse aree territoriali della provincia di Salerno e […]
I comuni nel cui perimetro si spende di più (in media al giorno): Positano (200 euro), Ravello (178), Amalfi (153), Maiori (150), Minori (148).
Le informazioni sono tratte dall’Indagine campionaria sul turismo internazionale della Banca d’Italia.
Tempo di vacanze, ma anche di valutazione della capacità attrattiva delle diverse aree territoriali della provincia di Salerno e dei conseguenti benefici in termini di redditività aziendale e di livelli occupazionali. Una delle voci più importanti del bilancio del settore dell’accoglienza è senza dubbio legato alla spesa dei turisti stranieri, “nicchia” pregiata all’interno dei più vasti flussi in entrata. Se si analizza la “top ten” dei comuni nei quali la spesa media pro-capite giornaliera dei turisti stranieri soggiornanti per motivi personali (relax, viaggi di nozze, ma non lavoro) è più alta, appare evidente il predominio della Costiera Amalfitana con otto comuni (in vetta Positano) nelle prime dieci posizioni di questa speciale “graduatoria” (elaborata sulla base di dati della Banca d’Italia), mentre il Cilento è presente soltanto con Centola-Palinuro (all’8° posto). E’ abbastanza chiaro che in relazione al target medio/alto la Divina può vantare più “esperienza” in termini cronologici, ma anche un brand molto più conosciuto a livello globale. Va aggiunto il rammarico per una non ancora percepibile strategia di “sistema” non solo in merito all’offerta complessiva provinciale, ma anche rispetto a quelle dei singoli sub-comprensori. Né si riesce a “leggere” chiaramente il filo di un “dialogo” tra le due Coste a Nord e a Sud del capoluogo. Si ravvisa sicuramente una differenziazione dei target, ma questo aspetto non giustifica il ritardo (pubblico/privato) nella realizzazione di una “collaborazione” sinergica in grado di portare ulteriore valore aggiunto in termini di spostamenti, pernottamenti e, ovviamente, spesa, nell’ambito di transiti ben organizzati dalla Costiera Amalfitana a quella Cilentana e viceversa. Anche in questo caso il ruolo del capoluogo di provincia – che pure mostra non pochi segni di miglioramento da questo punto di vista (riscontrabili sul piano dei flussi finanziari “catturati”) – è destinato a rivelarsi sempre più determinante dal punto di vista del coordinamento, della valorizzazione e della promozione dell’offerta totale nel Salernitano attraverso iniziative operative soprattutto sul versante dell’ascolto e della condivisione degli obiettivi delle diverse aree territoriali.
Il metodo.
Le informazioni quantitative sono tratte dall’Indaginecampionaria sul turismo internazionale realizzata ogni anno dalla Banca d’Italia, basata su interviste ai viaggiatori in transito alle frontiere italiane. Di tale set di dati sono state analizzate le risposte fornite nel corso del 2016 (e pubblicate nel maggio 2017) dai viaggiatori stranieri che sono transitati in uno dei comuni della provincia di Salerno per motivi personali (es. turismo, viaggi di nozze, ecc.) e non per lavoro. Anche le informazioni a livello comunale sono state tratte dai micro-dati dell’indagine resi pubblici dalla Banca d’Italia. La spesa complessiva dei viaggiatori stranieri – va specificato – non comprende quella connessa al trasporto per le tratte tra l’Italia e l’estero.
La spesa pro-capite giornaliera nei comuni.
Come si accennava sopra, il comune nel cui perimetro gli stranieri spendono di più (in media al giorno) è Positano (200 euro). Seguono: Ravello (178), Amalfi (153), Maiori (150), Minori (148), Praiano (98), Vietri Sul Mare (98), Centola-Palinuro (91), Furore (89) e Conca dei Marini (85).
La spesa totale nei singoli comuni.
Per comprendere meglio la rilevanza economica (con notevoli ricadute in termini di gettito finanziario) dei flussi di turisti stranieri, si è pensato di elaborare anche i dati aggregati riferiti alla spesa totale nei singoli comuni. In questo caso le entrate più significative si registrano in Costiera Amalfitana, con le due eccezioni relative al Cilento di Capaccio-Paestum (al nono posto) e di Centola-Palinuro (al decimo posto). A guidare i comuni più premiati dalla spesa straniera si posiziona Amalfi (114 milioni e 723 mila euro), seguita da Positano (105 milioni e 739 mila euro). A notevole distanza si collocano quindi Salerno (41 milioni e 367 mila euro, in larga parte dovuti alla scelta strategica degli stranieri di pernottare qui per raggiungere le varie località della provincia e della regione, dimostrata pure dalla elevata durata media del loro soggiorno nel capoluogo, pari a quasi 9 notti), Maiori (22 milioni e 549 mila euro), Ravello (21 milioni e 778 mila euro), Praiano (9 milioni e 854 mila euro), Vietri Sul Mare (9 milioni e 632 mila euro), Minori (6 milioni e 199 mila euro), Capaccio-Paestum (4 milioni e 945 mila euro) e Centola-Palinuro (4 milioni e 484 mila euro).
Spesa totale in provincia e nelle sub-aree.
Il fenomeno del turismo straniero si rivela nella sua complessità molto impattante sull’economia turistica della provincia, anche se presenta – come anticipato – squilibri sostanziali dalla cui “correzione” può derivare un percorso di crescita di non secondario rilievo. La spesa totale dei soggiornanti provenienti dall’estero nel Salernitano ammonta a 367 milioni e 509 mila euro, che diventano 378 milioni e 579 mila euro se aggiungiamo anche gli stranieri che approdano nel nostro territorio per motivi extra-turistici (lavoro, affari, congressi, ecc.). L’area che maggiormente beneficia di questa tipologia di flussi in entrata è la Costiera Amalfitana, con 298 milioni e 956 mila euro. Subito dopo troviamo il capoluogo: Salerno – come visto – da sola intercetta 41 milioni e 367 mila euro. Seguono: Cilento (12 milioni e 616 mila euro), Piana del Sele (7 milioni e 123 mila ), Agro Nocerino Sarnese (2 milioni e 784 mila), Calore-Alburni-Tanagro e Alto-Medio Sele (2 milioni e 481 mila), Vallo di Diano (1 milione e 786 mila), Valle dell’Irno (361 mila) e Valle del Picentino (36 mila).
La prospettiva.
In questo quadro generale le dinamiche in atto appaiono molto consolidate. Sono il frutto di persistenti ed importanti “identità” turistiche territoriali che si delineano – è bene ribadirlo – in fase statica da molto tempo. Non si ravvisano (dall’evidenza dei numeri) significative spinte a cambiamenti strutturali dell’offerta, a partire dall’elaborazione condivisa di “pacchetti” capaci di contenere al proprio interno nuove opzioni per le diverse tipologie di utenza turistica. In altre parole, la ricchezza diffusa di enormi e variegati giacimenti turistici rimane frammentata e non “messa a sistema”. Non si percepiscono, cioè, operazioni di rivisitazione dell’offerta dal punto di vista della contaminazione dei vari elementi che possono assumere maggiore “appeal” agli occhi dei potenziali visitatori. Su questo terreno si giocherà la sfida nei prossimi mesi ed anni. L’esito è legato principalmente alla capacità di mettere in campo partenariati pubblico/privato realmente operativi e, soprattutto, proiettati su orizzonti “larghi”, non localistici o campanilistici, ma (almeno) di livello provinciale e regionale (se non interregionale).
Fonte: Il Mattino