Crollo a Torre. L’Agenzia del territorio: in quei due alloggi c’erano anomalie
Alcuni mesi fa all’Agenzia del territorio, che svolge ora le funzioni del catasto, arrivò una pratica che riguardava l’accorpamento di due appartamenti, su due diversi piani, del palazzo crollato venerdì a Torre Annunziata. Nel corso di un controllo a campione, lo scorso giugno, i tecnici dell’Agenzia hanno poi accertato quelle che la responsabile, Rossana Cima, […]
Alcuni mesi fa all’Agenzia del territorio, che svolge ora le funzioni del catasto, arrivò una pratica che riguardava l’accorpamento di due appartamenti, su due diversi piani, del palazzo crollato venerdì a Torre Annunziata. Nel corso di un controllo a campione, lo scorso giugno, i tecnici dell’Agenzia hanno poi accertato quelle che la responsabile, Rossana Cima, definisce «difformità», «anomalie». La pratica è stata bocciata; era intestata a una persona di nome Cuccurullo: proprio come Giacomo, l’architetto e tecnico comunale che è morto nel crollo. «Se i pm ce la chiederanno – spiega Cima – la consegneremo subito. Ho già informato il direttore generale. Il fascicolo è sul mio tavolo». Secondo l’Agenzia del territorio c’era il progetto di accorpare i due appartamenti. Domenica l’amministratore del condominio, Roberto Cuomo, aveva precisato che «erano in corso lavori di ristrutturazione privata all’interno dei singoli appartamenti del piano primo regolarmente denunciati alle autorità competenti e del secondo piano in fase iniziale». Alcuni testimoni parlano invece di lavori in fase avanzata al secondo piano e ai carabinieri non risulta, a differenza del primo piano, che fosse stata presentata al Comune una Scia (Segnalazione certificata di inizio attività). Gli inquirenti dipaneranno la matassa. Tra poche ore l’inchiesta sul tragico crollo arriverà a una prima svolta: i pm iscriveranno nel registro degli indagati tutte le persone coinvolte nei lavori in corso del palazzo. Un atto dovuto in vista dell’autopsia, per consentire agli interessati di nominare consulenti di fiducia che prendano parte all’esame. Ieri gli inquirenti hanno acquisito i documenti per ricostruire la storia del palazzo: atti di compravendita, richieste di autorizzazione rivolte al Comune, perizie; hanno poi individuato una rosa di esperti tra i quali saranno scelti i consulenti che stabiliranno le cause del crollo. Si andrà avanti allo stesso modo anche oggi, probabilmente; domani, quando il quadro di insieme sarà completo, si procederà alle iscrizioni e dunque sarà possibile eseguire l’autopsia. Venerdì, quasi certamente, i funerali delle otto vittime. Al momento, sottolineano gli inquirenti, non è possibile sbilanciarsi sulla causa o le cause del cedimento strutturale. Non ci sono elementi per affermare che si sia trattato dell’abbattimento di un muro piuttosto che della costruzione di una piscina. Una spiegazione certa si avrà solo tra qualche mese. Nel frattempo il pm Andreana Ambrosino, che indaga con il coordinamento del procuratore, Alessandro Pennasilico, e dell’aggiunto, Pierpaolo Filippelli, si sta già facendo un’idea dell’accaduto. Intanto in città c’è paura: la caduta di alcuni calcinacci nella chiesa del Carmine ha suscitato il fuggi fuggi. Don Ciro Cozzolino, sacerdote che conosceva bene le vittime, racconta un particolare terribile: Pina Aprea, la sarta morta nel crollo, era preoccupata per alcune crepe. «Un anno fa, per la benedizione delle case, mi fece accomodare in cucina, dalla quale si vedeva un bel panorama. Espresse preoccupazione per delle crepe alle pareti e disse: dovrei andarmene ma non voglio, perché qui sono nata e qui voglio vivere». (Corriere del Mezzogiorno)