Crollo di Torre. Nasce il muro del ricordo. Don Ciro: “Chi sa parli”
Ad uno ad uno si avvicinano lentamente al muro. Lo hanno ribattezzato “il muro del ricordo”. Staccano la penna fissata con spago e nastro adesivo e scrivono il loro pensiero su uno striscione di colore bianco e con la scritta “7.07.2017… Nulla sarà più come prima. Vivrete per sempre nei nostri cuori”. Da ieri mattina […]
Ad uno ad uno si avvicinano lentamente al muro. Lo hanno ribattezzato “il muro del ricordo”. Staccano la penna fissata con spago e nastro adesivo e scrivono il loro pensiero su uno striscione di colore bianco e con la scritta “7.07.2017… Nulla sarà più come prima. Vivrete per sempre nei nostri cuori”. Da ieri mattina è un via vai di persone a Torre Annunziata, nella centralissima via Gino Alfani, poco distante dal luogo della tragedia di rampa Nunziante. Arrivano, guardano e scrivono una frase, un pensiero, un ricordo. Federica, per esempio, scrive ai suoi parenti: “A zio Giotto, alla mia zia vip e a mio cugino che sin da piccolo è stato sempre un po’ piromane. Mi mancherete, vi amo”. Poi c’è Melissa: “Sarete sempre una parte fondamentale di noi”. Una compagna di scuola della piccola Francesca Guida: “Ti cerco nei sorrisi degli altri, ma non sorridono mai come te. Mi manchi”. Scrivono persone di ogni età e di ogni ceto sociale. Lo fanno tutti con il rispetto e il pudore di chi sa che sta ricordando persone scomparse. I cittadini di Torre Annunziata si trovano a riscoprire il senso di comunità. Ieri mattina via Gino Alfani è,come sempre, luogo di incontro. Ognuno frequenta il suo bar, il suo locale, il suo pezzo di marciapiedi, la sua panchina preferita. Le vittime del crollo appartenevano a ceti sociali diversi, ma il dolore per la loro morte per un giorno rende tutti più uniti. Ad apporre lo striscione al muro sono stati gli amici di Pasquale Guida. Molti di loro sono ultras del Savoia, la squadra di calcio cittadina, e si ritrovano presso un locale, nel cuore della movida di Torre Nord. «Vogliamo la verità su questa tragedia» dice Ciro, l’amico del cuore di Pasquale. Sono questi stessi amici che ieri sera si sono dati appuntamento nella “curva” in via Gino Alfani per far volare otto lanterne in ricordo di ognuna delle persone morte. Sempre ieri sera sono stati affissi altri due striscioni. “Tutti vicini per questo dolore che non finirà mai. L’oratorio salesiano #è con voi” e poi “Te ne sei andata così ingiustamente #kikkavivinoi” con riferimento alla piccola Francesca Guida. A chiedere verità e giustizia c’è anche don Ciro Cozzolino, il parroco della chiesa della santissima Trinità. Le persone morte frequentavano tutte la sua parrocchia. «I passi di Dio nella nostra città li abbiamo sentiti, ma ci siamo nascosti. È il momento di venire allo scoperto» ha detto il sacerdote dall’altare ieri mattina. «Di fronte a ciò che stiamo vivendo in queste ore – ha aggiunto – dentro di noi c’è una specie di senso di colpa per quello che avremmo dovuto fare e non abbiamo fatto. Se il crollo fosse avvenuto nella zona Sud di Torre Annunziata, per certi versi ce lo aspettavamo, perché quella zona è veramente fatiscente. Ma qui è stato un pugno nello stomaco. Questa è Torre Nord, il fiore all’occhiello della città». In queste ore c’è dolore, ha rimarcato più volte don Ciro «però questo pugno nello stomaco dovrebbe farci risvegliare dal sonno». Fino a lanciare un vero e proprio appello: «Chi sa parli. Tutti possiamo sbagliare, ma sarebbe un bel segnale che chi ha sbagliato si pentisse. Se ci sono dei responsabili per questo crollo, che si facessero avanti senza aspettare le indagini. Ci sarebbe un riscatto da un punto di vista morale. Tutti possiamo sbagliare, ma chi sbaglia davanti a Dio deve avere il coraggio di pentirsi». (la Repubblica)