SALERNO. Ennesimo alterco sfociato in aggressione fisica al pronto soccorso dell’ospedale di via San Leonardo. Mercoledì notte a pagarne le spese è stata un’addetta all’accettazione della pronta emergenza, afferrata al collo e graffiata. Ad assalirla sono state due donne, una delle quali incinta. Ci sono state aggressioni peggiori, ma sono periodiche e questo ulteriore episodio […]
SALERNO. Ennesimo alterco sfociato in aggressione fisica al pronto soccorso dell’ospedale di via San Leonardo. Mercoledì notte a pagarne le spese è stata un’addetta all’accettazione della pronta emergenza, afferrata al collo e graffiata. Ad assalirla sono state due donne, una delle quali incinta. Ci sono state aggressioni peggiori, ma sono periodiche e questo ulteriore episodio ha alimentato nuove polemiche sulla sicurezza di chi lavora al pronto soccorso e si trova a dover fronteggiare non solo con ammalati a cui prestare assistenza ma anche familiari talvolta infuriati. La dipendente non ha reagito e non ha sporto denuncia, limitandosi a farsi medicare le ferite. Il vigilante di turno è intervenuto per sedare gli animi e tenere la situazione sotto controllo e comunque ha chiesto l’intervento dei carabinieri. Erano notte quando è avvenuta l’aggressione. Alcuni familiari di un anziano avevano chiesto di entrare nella stanza dove i medici stavano monitorando i paziente, e dietro ripetute insistenze la dipendente ha concesso ai familiari di entrare uno per volta. Più tardi, verso le 2 di notte, si è ripresentata la stessa scena: una donna incinta e la madre hanno avanzato la stessa richiesta. Il diniego non è servito e quando qualcuno è uscito e le porte del pronto soccorso si sono aperte, le due donne si sono intrufolate. La guardia giurata si è avvicinata, ma incuranti del divieto le donne si sono dirette dalla dipendente allo sportello insultandola e mettendole le mani al collo.
Sull’episodio sono intervenute le rappresentanze sindacali. Margaret Cittadino (Cgil) invita «l’utenza a rimanere rispettosa del lavoro che si svolge in ospedale, evitando aggressioni del tutto insensate» e chiede però all’Azienda ospedaliera di «trovare soluzioni per arginare situazioni spiacevoli e periodiche». Armando Porcelli e Armando Pallavicino (entrambi Fials) ritengono che «gli utenti spesso ricorrono ad atteggiamenti spiacevoli e alle minacce, situazioni non facili da gestire, ma l’Azienda e l’Asl dovrebbero trovare soluzioni comuni. Gli ambulatori dell’Asl – spiegano – dovrebbero funzionare diversamente, al Ruggi ci sono troppi accessi, le persone a volte aspettano troppo e diventano intolleranti». Per Peppe Natella (Uil) «l’utente protesta troppo spesso e lavorare al pronto soccorso è difficilissimo. Il personale dovrebbe denunciare e fare attente valutazioni per poi comunicarle alla dirigenza». Per Giuseppe Cicalese (Cisl) «viviamo in un territorio in cui non c’è il rispetto dei ruoli, se un dipendente dice che non puoi entrare non si può e basta. Le persone spesso non hanno cultura, tutto è dovuto e si sentono autorizzate a fare di tutto».
DI MARCELLA CAVALIERE LA CITTA DI SALERNO