Dybala non si blinda: «Se arriva un’offerta chiedete alla società». Neymar in bilico, il Barça corteggia La Joya

28 luglio 2017 | 17:52
Share0
Dybala non si blinda: «Se arriva un’offerta chiedete alla società». Neymar in bilico, il Barça corteggia La Joya

«Alla Juve sto bene, ma se arriva un’offerta dovete chiedere al club». Dagli Stati Uniti, dove i bianconeri hanno appena battuto il Psg, arrivano le parole davvero poco rassicuranti di Paulo Dybala. La Joya non sbatte la porta, perché «a Torino sto bene». Ma, al tempo stesso, non le chiude in faccia a un futuro […]

«Alla Juve sto bene, ma se arriva un’offerta dovete chiedere al club». Dagli Stati Uniti, dove i bianconeri hanno appena battuto il Psg, arrivano le parole davvero poco rassicuranti di Paulo Dybala. La Joya non sbatte la porta, perché «a Torino sto bene». Ma, al tempo stesso, non le chiude in faccia a un futuro diverso, a dispetto di un contratto firmato lo scorso aprile da 7 milioni e mezzo di euro netti a stagione. Se qualcuno si aspettava un atto di fedeltà assoluto, che allontanasse i sospetti e scacciasse in maniera definitiva l’ipotesi Barcellona, è rimasto deluso. La storia è semplice. E pericolosa dal punto di vista della Juve. Dybala, nei piani catalani, è il primo della lista se il Paris Saint Germain dovesse pagare la clausola da 222 milioni di euro (operazione da oltre 500 milioni) per Neymar. Dalla Spagna arrivano rassicurazioni: il brasiliano resta. Anche se il presidente Bartomeu non regala certezze: «Noi non vogliamo perderlo, ma sono i giocatori a decidere». A Parigi assicurano che il Psg non ha ancora mollato. Neymar deve decidersi. I prossimi giorni saranno cruciali. Anche per l’ex interista Coutinho, che a Barcellona non sarebbe un rimpiazzo della stella contesa, ma uno in più anche se il Liverpool lo valuta 100 milioni. Tutto è in gioco, anche Dybala valutato 120-130 milioni. La Juve ha sempre detto che non trattiene nessuno controvoglia. La Joya rimanda la palla al di là dalla rete: decidete voi. La questione è spinosa. Mentre Marotta prova a guardare avanti: 20 milioni l’offerta alla Lazio per Keita, mentre l’amichevole con il Psg è servita per fare il punto con i francesi circa il centrocampista Matuidi e a sorpresa il polacco Krychowiak. Nel giorno in cui la Roma ufficializza il rinnovo sino al 2021 di Nainggolan (ingaggio da 5 milioni compresi i bonus), l’Inter accelera sul mercato. È finito il tempo dell’attesa. Dopo la partita con il Bayern Monaco, il d.s. Ausilio ha lasciato la Cina per rientrare a Milano. Pronto il piano di battaglia: prima Vecino della Fiorentina, per il quale i nerazzurri devono pagare la clausola rescissoria di 24 milioni di euro in due rate entro l’anno. Poi Dalbert, il terzino del Nizza. Con i francesi c’è un principio di accordo sulla base di 20 milioni più 3 di bonus. Ma l’Inter non intende fermarsi qui. In attesa di capire quale sarà il destino di Perisic e Candreva, corteggiati da Manchester United e Chelsea, i nerazzurri vogliono mettere le mani su un prospetto interessante, il francese Karamoh. L’accordo con l’attaccante esterno è totale, ma il Caen non è soddisfatto dell’offerta intorno ai 10 milioni. Il Milan, invece, si avvicina al centrocampista portoghese Renato Sanches. Il Bayern Monaco lo cede, ma soltanto in prestito secco, come ha spiegato l’a.d. Rummenigge e i rossoneri sembrano disposti ad accettare la soluzione tedesca. Nessuna novità, invece, per Kalinic. Né dall’Inter, ma neppure dal Milan. I rossoneri hanno preso tempo, inseguendo attaccanti di prima fascia come Aubameyang e Belotti (su cui c’è la chiusura di Cairo), sino a Diego Costa. Così il centravanti della Fiorentina, che già da mercoledì si allena con Pioli, oggi volerà a Lisbona con il resto della squadra per l’amichevole di domani con lo Sporting. Di conseguenza la Viola ha congelato la scelta dell’attaccante tra Simeone del Genoa e Zapata del Napoli, gli stessi obiettivi del Toro. I granata, per ammissione di Mihajlovic, hanno bisogno di tre rinforzi, uno per reparto: il primo potrebbe essere il difensore Paletta dal Milan. (Corriere della Sera)