Un’udienza «filtro» quella che si è tenuta ieri mattina al palazzo di Giustizia di Avellino e che ha visto nuovamente imputato Ivano Famiglietti, il giovane di Frigento che nel novembre di due anni fa massacrò a morte con un’ascia i genitori, Maria e Michele, vegliando i loro cadaveri per 48 ore. L’udienza preliminare davanti al […]
Un’udienza «filtro» quella che si è tenuta ieri mattina al palazzo di Giustizia di Avellino e che ha visto nuovamente imputato Ivano Famiglietti, il giovane di Frigento che nel novembre di due anni fa massacrò a morte con un’ascia i genitori, Maria e Michele, vegliando i loro cadaveri per 48 ore. L’udienza preliminare davanti al giudice Giovan Francesco Fiore si è conclusa, dunque, con un rinvio a giudizio. Ivano, assistito dall’avvocato Gerardo Testa, dovrà difendersi in un regolare processo, il primo grado avrà luogo il prossimo 13 settembre davanti alla Corte d’Assise. Nessuno sconto, quindi, per il 27 enne che fra 3 mesi circa conoscerà il suo destino. Il giovane, nei mesi scorsi, era stato osservato da un collegio peritale nominato dal giudice e formato da un criminologo, uno psichiatra ed uno psicologo. I tre, dopo un’attenta valutazione, hanno dichiarato Ivano totalmente incapace di intendere e di volere al momento del fatto, considerandolo, al contempo, però, capace di sostenere un processo nonostante fosse estremamente pericoloso per se stesso e per gli altri. Insomma, un quadro tragico che avrebbe potuto far ipotizzare anche un «non luogo a procedere». Circostanza, a dire il vero, difficile da applicare considerando la gravità del reato di cui si è macchiato. L’accusa formulata è di duplice omicidio volontario aggravato dai futili motivi che l’avrebbero indotto a commettere il gesto. Il reato, infatti, è stato commesso ai danni di diretti discendenti ed in circostanze particolari per cui le vittime, dormienti ed anziane, non hanno avuto nemmeno la possibilità di difendersi per tentare di salvarsi la vita. Impossibile con un tale scenario scavalcare il processo ed affidare, magari, il ragazzo alle cure di una struttura adeguata. Il problema della Rems, tra l’altro, si porrà comunque in futuro. Il 27 enne, considerato socialmente molto pericoloso, al di là degli anni di reclusione che stabilità per lui il processo dovrà essere sistemato in una struttura adeguata, ciò che, al momento, non è il carcere. Ivano, attualmente, si trova recluso presso la Casa Circondariale di Sant’Angelo dei Lombardi.
di Maria Stanco il mattino