Genny la Carogna torna in carcere, capeggiava gang di narcotrafficanti
Nuova ordinanza di custodia cautelare per Gennaro De Tommaso, il leader della tifoseria azzurra meglio conosciuto come Genny ‘a carogna. I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale gli hanno notificato ieri ai domiciliari (e ciononostante riceveva in casa trafficanti olandesi), dove sta scontando una condanna a dieci anni per traffico internazionale di stupefacenti, un […]
Nuova ordinanza di custodia cautelare per Gennaro De Tommaso, il leader della tifoseria azzurra meglio conosciuto come Genny ‘a carogna. I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale gli hanno notificato ieri ai domiciliari (e ciononostante riceveva in casa trafficanti olandesi), dove sta scontando una condanna a dieci anni per traffico internazionale di stupefacenti, un nuovo provvedimento restrittivo per associazione a delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di droga firmato dal gip Tommaso Miranda su richiesta del pm Michele Del Prete, oggi alla Direzione nazionale antimafia. Associazione della quale l’uomo che tutta Italia guardò mentre governava la folla dello stadio Olimpico la sera del 3 maggio 2014, durante la finale di Coppa Italia contro la Fiorentina e dopo il ferimento di Ciro Esposito, è considerato il capo assieme allo zio Gaetano, a sua volta già condannato a 13 anni di carcere. Dalle indagini, che si basano soprattutto sulle intercettazioni telefoniche e ambientali, è emerso che Genny e il suo gruppo importavano droga per centinaia di migliaia di euro: soprattutto marijuana e amnesia, uno stupefacente particolarmente pericoloso perché costituito di marijuana mescolata con sostanze tossiche, tra cui anche un’insetticida: «viene ugualmente buona di sapore» – si legge in un’ intercettazione. «L’attività di Gennaro De Tommaso – scrive il gip nell’ordinanza – si concretizza nel promuovere, assieme allo zio Gaetano, il finanziamento, importazione e distribuzione delle partite di marijuana, avvalendosi della collaborazione continuativa di organizzatori e corrieri. In particolare a peculiarità del ruolo ricoperto da zio e nipote è insita nella ricorrenza dei rapporti con i maggiori indagati in occasione della raccolta di somme di denaro e della predisposizione delle importazioni di sostanza stupefacente dall’Olanda. L’evidente subordinazione degli interlocutori ad ogni loro direttiva o richiesta di incontro li colloca in posizione apicale nella stessa organizzazione ». Sempre dall’ordinanza si comprende che in molte delle conversazioni intercettate si fa riferimento a vicende calcistiche e al Napoli: De Tommaso «è giunto alla ribalta delle cronache il 3 maggio 2014, in quanto come capo ultrà del Napoli ha mediato con dirigenti delle forze dell’ordine prima dell’inizio della finale tra Napoli e Fiorentina con la curva partenopea, inizialmente contraria a giocare, che ha dato il suo assenso. In proposito, l’interessamento alle vicende calcistiche della squadra calcio Napoli permeerà la maggior parte dei dialoghi intercorsi tra gli attuali indagati del gruppo De Tommaso». Dialoghi che, tuttavia, non sono confluiti nell’ordinanza, probabilmente perché non sono stati considerati rilevanti. (Corriere del Mezzogiorno)