I furbetti del cartellino ora rischiano il licenziamento entro 30 giorni

11 luglio 2017 | 17:56
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I furbetti del cartellino ora rischiano il licenziamento entro 30 giorni

Si chiude, almeno dal punto di vista legislativo, la vicenda dei cosiddetti «furbetti del cartellino», i dipendenti pubblici che strisciano o si fanno strisciare dai colleghi il badge, ma non si presentano al lavoro. Dopo un lungo tira e molla, che ha visto anche l’intervento della Corte costituzionale, finalmente i furbetti saranno licenziabili con procedure […]

Si chiude, almeno dal punto di vista legislativo, la vicenda dei cosiddetti «furbetti del cartellino», i dipendenti pubblici che strisciano o si fanno strisciare dai colleghi il badge, ma non si presentano al lavoro. Dopo un lungo tira e molla, che ha visto anche l’intervento della Corte costituzionale, finalmente i furbetti saranno licenziabili con procedure rapide. Ieri, infatti, il consiglio dei ministri, su proposta della ministra per la Pubblica amministrazione, Marianna Madia, ha approvato in via definitiva il decreto legislativo in materia, in attuazione della legge delega di riforma della pubblica amministrazione (la numero 124 del 2015). In realtà, il decreto varato ieri è un provvedimento integrativo e correttivo del primo decreto legislativo sui licenziamenti disciplinari nella pubblica amministrazione, approvato il 20 giugno 2016. Quel testo però finì sotto la mannaia di una sentenza della Corte Costituzionale, che bocciò i decreti attuativi della delega Madia emanati senza la previa intesa con le Regioni, dove per intesa si intende il via libera all’unanimità. Le novità del provvedimento approvato ieri, che questa volta ha ovviamente ottenuto l’intesa della conferenza Stato-Regioni, riguardano, in particolare, alcuni passaggi della procedura di licenziamento (obbligo per le pubbliche amministrazioni di comunicare all’Ispettorato per la funzione pubblica l’avvio, la conclusione dei procedimenti disciplinari e il relativo esito). Si prevede inoltre, al fine di consentire un efficace e tempestivo monitoraggio, che gli atti riguardanti i procedimenti disciplinari e gli eventuali licenziamenti siano comunicati da ogni amministrazione, per via telematica, all’Ispettorato per la funzione pubblica entro venti giorni dalla loro adozione. Per il resto l’impianto della riforma è confermato. I furbetti del cartellino verranno sospesi in via cautelare dal servizio, senza stipendio, entro 48 ore dalla scoperta della falsa attestazione di presenza. Se il fatto verrà confermato, il licenziamento scatterà al massimo entro 30 giorni, durante i quali il lavoratore potrà esercitare il proprio diritto di difesa. Il dipendente licenziato sarà inoltre denunciato all’autorità giudiziaria per danni all’immagine della pubblica amministrazione. Sanzioni sono previste anche per chi deve far valere la procedura e non lo fa. Per i dirigenti inadempienti si configura la responsabilità civile solo per dolo e colpa grave. Il dirigente rischia comunque a sua volta il licenziamento se omette di sospendere dal servizio immediatamente (entro le 48 ore) il furbetto colto sul fatto e non attiva il procedimento disciplinare nei suoi confronti. L’ultimo caso di furbetti del cartellino segnalato dalla cronaca risale ad appena quattro giorni fa, con 6 dipendenti della regione Friuli Venezia Giulia sospesi con l’accusa di truffa e falsa attestazione di presenza.

LE NOVITA’

  1. Le norme correttive dopo la sentenza della Consulta. Ieri il consiglio dei ministri ha approvato definitivamente il decreto legislativo in attuazione della riforma Madia che prevede il licenziamento in tempi rapidi dei «furbetti del cartellino», cioè i dipendenti pubblici che strisciano o si fanno strisciare il badge ma non si presentano al lavoro. Il testo, in realtà, corregge il precedente decreto del 2016, bocciato dalla Corte costituzionale perché approvato senza l’intesa con le Regioni.
  2. Sospensione immediata, a casa in 30 giorni. Il nuovo decreto non modifica le procedure già decise con il precedente, ma ha il via libera delle Regioni, come richiesto dalla Consulta. Il dipendente pubblico che attesta la sua presenza ma non si reca al lavoro verrà sospeso dal servizio, senza stipendio, entro 48 ore mentre le procedure di licenziamento dovranno concludersi al massimo entro 30 giorni. Il lavoratore verrà denunciato per danni all’immagine della Pa.
  3. Il dirigente che fa finta di nulla rischia il posto. Il decreto legislativo prevede anche una serie di norme anche a carico del dirigente pubblico inadempiente, quello cioè che pur venuto a conoscenza del fatto (la falsa attestazione di presenza) non sospende il lavoratore colpevole e non avvia il procedimento disciplinare. In questo caso sarà lui stesso a rischiare il licenziamento. La responsabilità civile si configura solo per dolo o colpa grave.

(Corriere della Sera)