Incendi sul Vesuvio, strage di api. 50 milioni di insetti distrutti dalle fiamme

27 luglio 2017 | 21:44
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Incendi sul Vesuvio, strage di api. 50 milioni di insetti distrutti dalle fiamme

Si continua a fare i conti con i danni provocati dai roghi sul Vesuvio. Non vi sono soltanto gli ettari di macchia mediterranea andati in fumo e il rischio frane sollevato nelle ultime ore dalla Protezione civile. Le fiamme, infatti, hanno ucciso quasi 50 milioni di api. Un dato allarmante comunicato dalla Coldiretti sulla base […]

Si continua a fare i conti con i danni provocati dai roghi sul Vesuvio. Non vi sono soltanto gli ettari di macchia mediterranea andati in fumo e il rischio frane sollevato nelle ultime ore dalla Protezione civile. Le fiamme, infatti, hanno ucciso quasi 50 milioni di api. Un dato allarmante comunicato dalla Coldiretti sulla base delle segnalazioni giunte dagli apicoltori dell’area vesuviana. «Un numero destinato a crescere – secondo l’associazione – a causa degli effetti del fumo sugli sciami sopravvissuti. Gli esperti del Conaproa (Consorzio nazionale produttori apistici) calcolano una perdita ulteriore di almeno il 20% di insetti che hanno perso l’orientamento e quindi sono morti». Insomma, un dramma nel dramma. «Un danno enorme per la biodiversità – spiega Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Napoli e Campania – visto il ruolo fondamentale che le api hanno nell’ecosistema. L’incendio colpisce un comparto già fortemente messo in crisi dalla siccità. Non si è persa solo la produzione di miele e polline di quest’anno, bruciata insieme alle arnie, ma una così drastica riduzione di api mette in seria difficoltà anche quella del prossimo anno. Le api erano già in sofferenza per le scarse precipitazioni che hanno ridotto la disponibilità di fiori, con conseguenti interventi di sostegno con acqua e zucchero». In effetti, secondo la Coldiretti, la «strage di api» ha coinvolto anche i nuclei di fecondazione. Tanto che l’azienda La Fattoria Biagino, tra i maggiori produttori dell’area vesuviana, ha denunciato la perdita di quasi 100 nuclei di riproduzione: vere e proprie casseforti genetiche su cui questi apicoltori lavorano da decenni. Le fiamme hanno distrutto le arnie anche nelle zone di Licola e ad Agnano. «Se l’ape scomparisse dalla faccia della Terra – ricordava Albert Einstein – all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita». Infatti, buona parte del cibo che consumiamo dipende, direttamente o indirettamente, dall’opera di impollinazione. «Ma le api possono ancora essere alleate dell’uomo nella ricostruzione del disastro ambientale. Può essere utile – propone Coldiretti – utilizzare gli sciami per il monitoraggio ambientale del Parco del Vesuvio tramite il Conaproa, così come già avvenuto nel Casertano in collaborazione con la Facoltà di Agraria di Portici». (Corriere del Mezzogiorno)