La moglie di Cassano e l’addio al calcio del marito: «Io seguirei Antonio anche in Cina. L’importante è essere uniti»

27 luglio 2017 | 18:05
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La moglie di Cassano e l’addio al calcio del marito: «Io seguirei Antonio anche in Cina. L’importante è essere uniti»

Sono affari di famiglia e di cuore. Antonio Cassano a 35 anni ha detto basta con il calcio. Aveva fatto l’impossibile per rientrarci, dopo un anno passato ad allenarsi da solo a Bogliasco, nel centro tecnico della Sampdoria. Sembrava uno sfregio: lui esiliato nel campetto dei ragazzini, mentre i compagni, anzi gli ex compagni, lavoravano […]

Sono affari di famiglia e di cuore. Antonio Cassano a 35 anni ha detto basta con il calcio. Aveva fatto l’impossibile per rientrarci, dopo un anno passato ad allenarsi da solo a Bogliasco, nel centro tecnico della Sampdoria. Sembrava uno sfregio: lui esiliato nel campetto dei ragazzini, mentre i compagni, anzi gli ex compagni, lavoravano insieme. Dopo tante stagioni da protagonista, nel bene e nel male, era arrivata l’annata fantasma, vissuta con orgoglio e testardaggine. Fantantonio aveva un unico obiettivo: non mollare, per non dover smettere. C’era riuscito. In fondo al tunnel che lo stava spingendo al ritiro è arrivata la luce. La chiamata del Verona, il ritorno in serie A, la chance di rinascita, l’ultima. L’entusiasmo dell’inizio si è però presto trasformato nella fatica del lavoro in ritiro e della lontananza dalla famiglia, dalla moglie Carolina Marcialis e dai figli Christopher e Lionel. E così Cassano ha detto basta due volte. La prima il 18 luglio, ma poi si è pentito («Ci ho ripensato, ritirarmi sarebbe stata una c…»). L’altra, definitiva, il 24 luglio. «Smetto con il Verona, non ho più stimoli», la prima versione lanciata dal Twitter della moglie Carolina. Approfondita dopo: «Antonio Cassano non giocherà più nel Verona e nemmeno a calcio». Usando la terza persona ha detto addio al mondo che l’ha amato, condannato, perdonato, riaccolto. Finché si è autoespulso. «A 35 anni la mia priorità è stare vicino ai miei figli e a mia moglie». La versione di Antonio è un romanzo tortuoso. Il presidente del Verona Maurizio Setti l’aveva corteggiato e ne ha raccontato il ritiro: «Non ce la fa di testa. C’è un up e un down, parla e poi sta muto. Peccato». In serie A il coinvolgimento è tutto. Cassano però è più interessato alla famiglia, come ha raccontato la moglie Carolina: «Non voleva stravolgere la vita a me e ai miei figli». Il mondo di Fantantonio non è più rotondo come un pallone, ha contorni definiti: nella casa di Nervi a Genova, nella scuola elementare lì vicino che da settembre accoglierà Christopher, nell’asilo di Lionel, chiamato così in onore di Messi, considerato da Cassano il più forte. E forse anche nella carriera di Carolina, pallanotista professionista che, dopo una grande annata con la Locatelli Genova in A2 e 47 gol segnati pur allenandosi solo una volta a settimana e dividendosi tra piscina e bambini, potrebbe tornare a giocare in A1 con il Rapallo. «Sono la prima che lo appoggia in qualsiasi scelta: anche se ci fosse da andare in Cina lo seguirei con i bimbi. Mi ambiento ovunque e a Chris e Lionel ho trasmesso i miei valori e questa mia adattabilità. L’importante è essere uniti: per il resto possiamo andare in capo al mondo». Il nuovo mondo di Cassano però è solo Genova. Carolina ha tentato di convincerlo: «Non amo il pallone, ma amo vederlo giocare: può ancora fare la differenza in serie A». È volata nel ritiro del Verona dopo aver avvertito una sera i malesseri di Antonio. «Sono partita di mattina presto da Genova, a intuito, perché conosco mio marito meglio di chiunque altro. Appena ho sentito la sua voce al telefono mi sono messa in macchina e sparata 450 chilometri: Antonio neppure lo sapeva che stavamo arrivando». Era il 18 luglio e Carolina gli ha fatto fare retromarcia. Non è bastato. Una settimana dopo Cassano ha detto basta. «Sto con moglie e figli, niente più calcio». Forse accetterà l’offerta di Gianni Morandi che, dopo il successo Mi fa volare con Fabio Rovazzi, gli ha scritto su Facebook: «So che ami la musica, perché non facciamo una canzone insieme così puoi diventare il capitano della Nazionale italiana cantanti? Potrai giocare fino a 70 anni». Chissà. Per ora a far volare Cassano è riuscita solo Carolina. (Corriere della Sera)