Lina Sastri: «Che bello un premio a Positano, luogo di libertà e di ricordi con tanti amici»
«In genere per me i premi rappresentano una gratificazione personale più che un riconoscimento. Ma nel caso di Positano è diverso, perché questo è un luogo della libertà, a cui sono legati tanti ricordi giovanili meravigliosi». Parola di Lina Sastri, che domani alle 21 nella piazza della Chiesa Madre riceverà il Premio Annibale Ruccello, serata […]
«In genere per me i premi rappresentano una gratificazione personale più che un riconoscimento. Ma nel caso di Positano è diverso, perché questo è un luogo della libertà, a cui sono legati tanti ricordi giovanili meravigliosi». Parola di Lina Sastri, che domani alle 21 nella piazza della Chiesa Madre riceverà il Premio Annibale Ruccello, serata inaugurale del Positano Teatro Festival. Che valore ha questo premio all’interno della sua carriera? «Di riconoscimenti ne ho avuti tanti, ma le soddisfazioni più grandi le dà il pubblico, quando per esempio ti applaude a scena aperta. O quando ricevi le lettere dei ragazzi di 18 anni che ti hanno visto per la prima volta e che sono stati colpiti dal tuo spettacolo. Ma questo premio ha un altro sapore, perché sono legatissima a Positano, da quando giovanissimi ci andavamo con Bruno Garofalo, Armando Pugliese e altri colleghi e amici, tutti a dormire in un’unica casa. E poi c’è l’intestazione legata ad Ruccello che ho avuto la fortuna di conoscere poco prima che morisse». Ce ne vuole parlare? «Sì, mi aveva chiamato per interpretare un testo di D’Annunzio per il quale avrebbe dovuto curare la regia e mi colpì il suo sguardo intelligente e curioso quando venne ad aprirmi la porta per parlarmi del suo progetto. Purtroppo poco dopo morì e io appresi la notizia in America. La cosa mi colpì così tanto che al ritorno non riuscii più a fare quello spettacolo». E farne ora uno da un suo testo? «Non è ancora capitato, ma potrebbe accadere in futuro, anzi questo premio potrebbe essere l’occasione per rifletterci su». Teatro e musica, saranno gli ingredienti anche di domani? «Sì, reciterò alcuni brani della “Filumena” di Eduardo, di cui è appena uscito il dvd della versione con Luca De Filippo diretta da Francesco Rosi. E poi al momento sceglierò le canzoni da fare». Nell’immediato futuro c’è anche il Teatro Diana. «In stagione presenterò “Appunti di viaggio”, un’antologia di incontri avuti nel corso della mia vita, da Eduardo a Pino Daniele e Caetano Veloso. Ma c’è anche un altro sogno che spero si possa realizzare». Di che si tratta? «”La casa di Ninetta”, il libro che ho scritto in omaggio a mia madre, ora dovrebbe diventare anche un film. La sceneggiatura è pronta e di sicuro io curerò la regia. Incrociamo le dita e speriamo che presto si trasformi in realtà». (Corriere del Mezzogiorno)