Max Biaggi dopo l’incidente: «Mi davano per morto, ora basta con le corse»

19 luglio 2017 | 22:04
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Max Biaggi dopo l’incidente: «Mi davano per morto, ora basta con le corse»

L’incubo è svanito. Non il ricordo di un momento drammatico che ha messo a repentaglio la vita di uno dei piloti più amati d’Italia. Max Biaggi si racconta: le conseguenze del grave incidente dello scorso 9 giugno sulla pista del Sagittario, alle porte di Latina, sembrano ormai essere svanite. Quegli istanti, però, non li potrà […]

L’incubo è svanito. Non il ricordo di un momento drammatico che ha messo a repentaglio la vita di uno dei piloti più amati d’Italia. Max Biaggi si racconta: le conseguenze del grave incidente dello scorso 9 giugno sulla pista del Sagittario, alle porte di Latina, sembrano ormai essere svanite. Quegli istanti, però, non li potrà mai dimenticare. «Dopo l’incidente mi sono risvegliato in ospedale: avevo un dolore terribile diffuso in tutto il corpo. Ho sentito la voce del professor Giuseppe Cardillo dirmi: “Sarò sincero: lei ha il venti per cento di possibilità di sopravvivere. La operiamo immediatamente”. In quel momento mi è apparsa una luce: mi sono rivisto da piccolino, con mia madre Olga. Avevo un cappottino verde. Poi con mio padre Piero e la prima moto. Poi il primo calcio a un pallone. Poi… poi ho voluto fermare questo viaggio perché sentivo che mi stavo allontanando dalla vita. Mi sono detto: “Non deve finire”». Un incidente dal quale Biaggi si sta ancora riprendendo anche grazie al sostegno della sua compagna, la cantante Bianca Atzei. «A lei devo molto», racconta il pilota romano. «È stata sveglia anche quindici ore filate per accudirmi. Le parole non bastano, servono i gesti: non credo nelle nozze, ma voglio fare un figlio con lei. Anzi, magari due. La vita mi ha concesso una seconda possibilità e io devo fare tutto il possibile per gratificarla». L’incidente ha messo un punto fermo anche al futuro di Max Biaggi, che ha 46 anni: «Ho chiuso con la moto, per sempre – dice – Farò l’allenatore». La sua epopea in pista è giunta al capolinea. Così come quei momenti da incubo. (La Città)