Napoli. Spiagge in concessione a canoni irrisori. Gestori: “Troppe tasse”

18 luglio 2017 | 22:18
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Napoli. Spiagge in concessione a canoni irrisori. Gestori: “Troppe tasse”

Napoli. «Facciamo 4-5 milioni di euro di fatturato l’anno, ma oltre un milione se ne va per la tassazione. Su un biglietto per la discoteca le imposte arrivano al 35 per cento tra Iva, Siae e intrattenimento». Parola di Umberto Frenna, patron de “L’Arenile di Bagnoli”, uno degli stabilimenti titolare di una concessione demaniale pagata […]

Napoli. «Facciamo 4-5 milioni di euro di fatturato l’anno, ma oltre un milione se ne va per la tassazione. Su un biglietto per la discoteca le imposte arrivano al 35 per cento tra Iva, Siae e intrattenimento». Parola di Umberto Frenna, patron de “L’Arenile di Bagnoli”, uno degli stabilimenti titolare di una concessione demaniale pagata a “prezzo stracciato”. Già perché i canoni versati per legge all’Autorità portuale oscillano su cifre irrisorie: dai 532 euro fino a poco più di 12.000 euro l’anno. E invece quei pezzi di spiaggia fruttano ai gestori privati ricavi fino a cento volte maggiori dei canoni. Un affare d’oro, nonostante la Corte di giustizia europea abbia già bacchettato l’Italia che da anni non mette a gara i litorali. Vuol dire che i gestori restano sempre gli stessi e i fitti non cambiano, almeno dalla legge finanziaria del 2006. C’è poca voglia di parlare tra le imprese del mare e della movida: in molti si rifugiano nel “no comment”. Frenna però non si sottrae: «Partiamo da una considerazione: su ogni euro incassato dalle aziende balneari il 22 per cento viene dato allo Stato come Iva, un terzo è assorbito dal costo del personale e un altro terzo dagli approvvigionamenti, ossia acquisto di materiali come lettini e attrezzature. Significa che incassiamo se tutto va bene tra il 5 massimo l’8 per cento del fatturato. Perché questo non lo si considera?». Sui canoni bassi delle concessioni, Frenna è tranchant: «Il canone è un aspetto marginale. Si possono pure alzare ma ci devono abbassare le tasse». Insomma, balneari nella morsa delle imposte, al punto che Frenna rivela: «C’è grande evasione nel mondo dell’intrattenimento serale e della balneazione. Noi persino per il parcheggio interno all’Arenile rilasciamo lo scontrino. Sfido chiunque a dire il contrario». Ma sul mare negato a chi non paga l’ingresso in qualsiasi lido privato, Frenna non ha dubbi: «Chi non lascia entrare le persone fa un atto di illegalità. La spiaggia è pubblica, lo dice la legge. I servizi possono essere a pagamento. Noi abbiamo l’ingresso libero, perché ai fini della balneazione l’accesso lo si deve garantire a tutti». La dead line per il riordino del sistema delle concessioni è il 2020 quando dovranno essere bandite le gare pubbliche. «I nostri associati si stanno già organizzando per partecipare ai bandi», spiega Marco Mansueto, presidente regionale della Confederazione dello Sport: «È vero che i canoni vanno adeguati, però bisognerà tenere conto degli investimenti ingenti che negli anni i gestori hanno eseguito negli stabilimenti. I nostri associati attendono da anni la regolamentazione del settore: se il legislatore si atterrà ai principi europei non potrà che essere per i privati un elemento di certezza. Ma i bandi dovrebbero prevedere punteggi premiali per gli imprenditori che hanno investito nelle aree e generato posti di lavoro. Preciso che la nostra associazione promuove l’attività sportiva nei lidi balneari e ha posto in essere il contratto di impiantistica sportiva che è un deterrente per il lavoro irregolare. Chiediamo al ministro della Salute Lorenzin di estendere l’obbligatorietà del defibrillatore anche alle strutture balneari». Duro l’avvocato Gennaro Esposito, presidente del comitato per “la quiete pubblica e vivibilità cittadina”: «Non è più tollerabile il saccheggio dei beni pubblici. Mi chiedo come sia possibile che attività sul litorale di Bagnoli versino briciole alle casse pubbliche a fronte di incassi stratosferici, rendendo anche la vita impossibile ai cittadini che trascorrono notti insonni a causa di circa 7 discoteche sul litorale. Queste concessioni andrebbero revocate, senza aspettare fino al 2020. Gli spazi amministrativi per giungere alla risoluzione dei rapporti pendenti ci sono sia per l’autorità portuale che per il Comune che, sul litorale di Bagnoli/Coroglio, ha autorizzato ben 7 lidi/discoteche che rendono la vita impossibile ai residenti. Il compito degli amministratori pubblici è quello di amministrare. Lo facciano con competenza e coraggio». (la Repubblica)