Perizia medica su Dell’Utri. La difesa: condizioni molto gravi, va scarcerato

19 luglio 2017 | 18:08
Share0
Perizia medica su Dell’Utri. La difesa: condizioni molto gravi, va scarcerato

È troppo presto per parlare di una svolta determinante nel difficile percorso giudiziario di Marcello Dell’Utri, ma di sicuro la decisione del Tribunale di sorveglianza di Roma di sottoporlo a una nuova perizia medica è una buona notizia per l’ex senatore di Forza Italia che sta scontando sette anni di reclusione per concorso esterno in […]

È troppo presto per parlare di una svolta determinante nel difficile percorso giudiziario di Marcello Dell’Utri, ma di sicuro la decisione del Tribunale di sorveglianza di Roma di sottoporlo a una nuova perizia medica è una buona notizia per l’ex senatore di Forza Italia che sta scontando sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa in condizioni di salute talmente «gravi», dicono i suoi difensori, da essere incompatibili con la detenzione in cella. Se siano davvero così gravi, e in quale misura esattamente, lo dovranno stabilire i medici incaricati dai giudici. Il fondatore di Publitalia, 75 anni, da maggio 2016 è rinchiuso nel carcere romano di Rebibbia dove fu trasferito da quello di Parma in cui era stato rinchiuso a giugno 2014, due mesi dopo l’arresto a Beirut. Gli agenti della polizia libanese misero fine alla sua fuga rocambolesca in Libano arrestandolo nella notte tra l’11 e il 12 aprile 2014 in una delle lussuose stanze del famoso hotel Phoenicia della capitale. Da quando le sue condizioni generali si sono aggravate a causa di una cardiopatia, Dell’Utri è in una cella singola piena zeppa di libri, compresi quelli per gli esami della facoltà di storia alla quale si è iscritto sperando di laurearsi. A lanciare l’allarme sulla sua salute è stato il medico dell’istituto di pena romano che in una relazione del 10 maggio scorso ha delineato un quadro clinico grave a causa di patologie plurime concludendo che la situazione era «non compatibile» con il regime carcerario. Preoccupata anche una delegazione del Garante nazionale per detenuti che, dopo una visita a Rebibbia, aveva chiesto ai giudici di occuparsi in «tempi ragionevoli» del caso. «Stare in carcere con le patologie cardiovascolari che ho è incompatibile. C’è una palese incompatibilità e voglio essere trattato come una qualsiasi altra persona e non da politico, non da prigioniero politico», aveva dichiarato Dell’Utri. La reazione del ministro della Giustizia non si era fatta attendere. Andrea Orlando aveva detto che «Dell’Utri non è un prigioniero politico, prigionieri politici in uno Stato di diritto non esistono, non c’è nessuna rappresaglia di uno Stato democratico contro un singolo». I difensori presentarono un’istanza per chiedere che al loro assistito fosse concessa provvisoriamente la detenzione domiciliare e che fosse sottoposto a una nuova perizia, stavolta da parte di esperti nominati dai giudici. Nelle mani avevano una consulenza medica di parte secondo la quale l’ex braccio destro di Silvio Berlusconi andava rimesso in libertà al più presto perché «è una bomba ad orologeria», dichiarò uno dei periti riferendosi a quello che, secondo lui, era un concreto rischio di vita. L’istanza fu rigettata dal magistrato di sorveglianza il quale, però, dispose che il caso fosse trattato a settembre prossimo in un’udienza apposita, che poi è stata anticipata a giovedì scorso quando la Procura generale ha detto sì alla nuova perizia, ieri ordinata dal Tribunale. «Appare necessario attualizzare il quadro clinico a distanza di un anno», scrivono i giudici, riferendosi a quando le condizioni del detenuto furono ritenute compatibili con la detenzione in carcere. Conclusione che, come detto, i legali dell’ex parlamentare hanno contestato anche perché secondo i loro periti alcuni esami ai quali Marcello Dell’Utri era stato sottoposto, ad esempio una coronarografia, erano troppo vecchi per un malattia che evolve in continuazione. L’incarico sarà affidato l’8 agosto prossimo. Ci vorranno settimane, forse mesi prima dei risultati. «È esattamente quello volevamo», dichiara soddisfatto l’avvocato Alessandro de Federicis che difende Dell’Utri con la collega Simona Filippi, convinto che «questo risultato positivo ci consente di confrontarci con periti seri, ben sapendo quanto sono gravi le condizioni del nostro assistito». (Corriere della Sera)