Precari a caccia di supplenze. Sito del Ministero dell’Istruzione in tilt
Centocinquanta domande al minuto, 700.000 potenziali docenti che aspirano a conquistare anche solo qualche giorno di supplenza, una settimana di tempo prima della scadenza: ecco il mix micidiale che ha fatto andare in tilt il sito del Ministero dell’Istruzione tra lunedì e ieri. È stato necessario modificare alcuni parametri del sistema informatico per arginare il […]
Centocinquanta domande al minuto, 700.000 potenziali docenti che aspirano a conquistare anche solo qualche giorno di supplenza, una settimana di tempo prima della scadenza: ecco il mix micidiale che ha fatto andare in tilt il sito del Ministero dell’Istruzione tra lunedì e ieri. È stato necessario modificare alcuni parametri del sistema informatico per arginare il flusso di richieste forsennate sul modello B, quello che appunto offre ai precari la possibilità di indicare le venti scuole dove ambiscono a effettuare una supplenza nei prossimi tre anni. «Il problema è stato già risolto», ha annunciato la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli ieri mattina. «Stiamo lavorando “h 24”- ha aggiunto – per prevenire ogni minimo problema e intervenire subito. Il nostro obiettivo è far aprire tutte le scuole italiane in tempo». Ma il malumore tra i docenti non si smorza. Sono circa 220.000 in più rispetto a tre anni fa, l’ultima volta che sono state aggiornate le graduatorie, e rappresentano un esercito sempre più corposo di insoddisfazione: precari che lavorano da anni nelle scuole e che sono inseriti nelle graduatorie di istituto; neo laureati che ambiscono a inserirsi nel mondo della scuola; diplomati magistrali che, grazie alle sentenze favorevoli dei tribunali amministrativi regionali, hanno ottenuto il riconoscimento a insegnare. E poi ci sono gli «idonei fantasma», prof abilitati a tutti gli effetti che hanno superato un concorso ma che, per i limiti imposti dal bando, non hanno avuto una cattedra. «Non mi fa entrare da ieri, non posso capire se la domanda è andata a buon fine», segnalava ieri Monia Cristarella. «Io ho dovuto provare tante volte prima di riuscire. E mi hanno sbagliato i punteggi, bisognerà reclamare», conferma Federica Valentini. Molti si sono rivolti al numero verde, altri ai sindacati, qualcuno ha chiamato la scuola capofila di riferimento, altri ancora hanno aspettato la notte per approfittare di un momento con meno traffico online. Il panico imperversa nelle chat e nei gruppi Facebook, ma il Miur assicura: potrebbe anche slittare il termine, fissato al 25 luglio, se necessario. «È quello che chiediamo – incalza Maddalena Gissi, segretaria della Cisl scuola – C’è una struttura informatica programmata male per una quantità di domande sproporzionata». «Il problema esiste ed è enorme», conferma il segretario Flc Cgil Francesco Sinopoli. La Cgil sta studiando possibili azioni di rivalsa: «Sono danneggiati tutti: gli studenti, le famiglie, le segreterie delle scuole e i precari che rischiano di subire penalizzazioni». Ridimensiona Pino Turi (Uil): «Il sistema va in collasso per domande eccessive: non c’è nessuna rottura da riparare. C’è solo una carenza di previsione. Basterebbe “contingentare” per regione, a partire da quelle con graduatorie esaurite». (Corriere della Sera)