Ci sono almeno un paio di spettatori inermi, nella storia della violenza sessuale di gruppo sugli scogli di Posillipo. Due ragazzini che hanno assistito almeno a una prima fase di molestie, che potrebbero aiutare a mettere la parola fine su quanto avvenuto un paio di mesi fa a Marechiaro. E potrebbero rendere meno isolata la […]
Ci sono almeno un paio di spettatori inermi, nella storia della violenza sessuale di gruppo sugli scogli di Posillipo. Due ragazzini che hanno assistito almeno a una prima fase di molestie, che potrebbero aiutare a mettere la parola fine su quanto avvenuto un paio di mesi fa a Marechiaro. E potrebbero rendere meno isolata la posizione della vittima, della studentessa che ha avuto la forza di denunciare i suoi aggressori, di puntare l’indice contro i presunti componenti del branco. Una indagine che fa leva sul coraggio di una ragazzina, una studentessa di Chiaia, finita anche al centro di una trama di offese e di minacce, attraverso i social network.
Dopo la violenza, sono arrivate le intimidazioni. Facebook come canale, come piattaforma virtuale di insiedie terribilmente reali. Tre indagati per violenza sessuale di gruppo, tre minori sotto accusa, uno dei quali si fa avanti e si presenta come «amico» attraverso la chat: «Smettila di dire queste fesserie – è il senso della conversazione – forse non hai capito chi sono io. Sono da poco uscito dalla comunità di recupero, se non ritratti e stai al posto tuo, vengo a dare fuoco alla tua abitazione». Una minaccia su cui sono in corso accertamenti, da parte dei carabinieri della compagnia di Bagnoli, intervenuti subito dopo quella terribile mattinata vissuta a Marechiaro. (Il Mattino)