Salerno. Più di un milione di ultrasessantacinquenni e, di questi, appena 20.000 godono dell’assistenza domiciliare. Meno del due per cento. Radiografia impietosa quella che emerge dai dati del ministero della Salute, comunicati per la prima volta una settimana fa da “Italia Longeva”, il network scientifico costola dello stesso ministero, dedicato all’invecchiamento attivo e in buona […]
Salerno. Più di un milione di ultrasessantacinquenni e, di questi, appena 20.000 godono dell’assistenza domiciliare. Meno del due per cento. Radiografia impietosa quella che emerge dai dati del ministero della Salute, comunicati per la prima volta una settimana fa da “Italia Longeva”, il network scientifico costola dello stesso ministero, dedicato all’invecchiamento attivo e in buona salute. L’indagine è servita a mettere a fuoco la situazione dell’assistenza a lungo termine (long term care) nelle singole (ma più rappresentative) realtà locali. L’indagine ha coinvolto 12 Aziende sanitarie di 11 regioni, distribuite tra nord e centro-sud, quelle che offrono servizi territoriali a oltre dieci milioni di persone. Un quinto della popolazione italiana. Per la Campania il focus dell’inchiesta ha esaminato la Asl di Salerno, dove gli anziani rappresentano il 20 per cento del totale. Ed è questa la cospicua fascia che usufruisce dei servizi di Assistenza domiciliare integrata, l’Adi destinata all’86 per cento degli over 65 assistiti in casa propria. E cosa è emerso dall’indagine ministeriale? Che a fronte dei buchi campani, la Asl di Salerno è la più virtuosa, fra quelle della survey, che per numero di prestazioni Adi garantite, coprono il cento per cento delle 31 previste tra le più rilevanti dal punto di vista clinico-assistenziale. Un risultato lusinghiero ottenuto, si legge nel documento, grazie alla collaborazione alla pari tra servizio sanitario pubblico e operatori privati. La Asl di Salerno, infine, risulta ai primi posti per numero medio di ore dedicate a ciascun paziente (30 annue, contro la media italiana di circa 20), a fronte di un costo di circa 830 euro per caso trattato, in linea con la media nazionale. «Come per la maggior parte delle regioni – commenta Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva – emerge che la Campania ancora non sfrutta appieno l’opportunità dell’assistenza domiciliare, prendendo in carico con questa modalità una percentuale troppo esigua della popolazione ultrasessantacinquenne residente, con un livello di integrazione fra servizio sanitario e operatori sociali dei Comuni ancora non ottimale. E con una eterogeneità gestionale che andrebbe semplificata». Nel Belpaese sono assistiti a domicilio solo 370.000 over 65, a fronte dei circa tre milioni di pazienti affette da disabilità severe, conseguenza di patologie croniche che avrebbero bisogno di cure continuative. «Scopriamo che meno di tre anziani su cento vengono assistiti – conlcude Bernabei – E tutti gli altri? Vanno a intasare i pronto soccorsi nella migliore delle ipotesi, oppure si rifugiano alle cure “fai da te” di familiari e badanti». (la Repubblica)