Truffa allo Stato, Umberto Bossi condannato. La sentenza ordina la confisca al Carroccio di 49 milioni

25 luglio 2017 | 19:17
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Truffa allo Stato, Umberto Bossi condannato. La sentenza ordina la confisca al Carroccio di 49 milioni

Sentenza che ieri, nel condannare per «truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche» l’ex segretario politico Umberto Bossi (2 anni e mezzo) e l’ex segretario amministrativo Francesco Belsito (4 anni e 10 mesi), nonché i tre ex revisori contabili leghisti Diego Sanavio, Antonio Turci e Stefano Aldovisi (2 anni e 8 mesi i primi […]

Sentenza che ieri, nel condannare per «truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche» l’ex segretario politico Umberto Bossi (2 anni e mezzo) e l’ex segretario amministrativo Francesco Belsito (4 anni e 10 mesi), nonché i tre ex revisori contabili leghisti Diego Sanavio, Antonio Turci e Stefano Aldovisi (2 anni e 8 mesi i primi due, 1 anno e 9 mesi il terzo), ha anche ordinato la confisca diretta alla Lega Nord di 48 milioni e 969.000 euro di finanziamento pubblico: cioè di quei rimborsi elettorali che nel 2008-2010 rimpinguarono le casse degli avversari di «Roma ladrona» sulla scorta di rendiconti ingannatori del Parlamento di «Roma Ladrona», perché o senza giustificativi o con spese per finalità estranee al partito. La confisca, essendo in primo grado, non è immediatamente esecutiva, ma lo spettro per il partito è che comunque prima o poi arriverà, indipendentemente dal fatto (assai possibile) che nelle more dei futuri processi d’Appello e di Cassazione maturi la prescrizione del reato. Dopo la sentenza Varvara della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, che nel 2013 in ambito urbanistico si era espressa contro confische che non poggiassero su condanne definitive, nel 2015 la Corte Costituzionale con la sentenza n. 49 ha invece aperto a questa possibilità, lungo binari poi precisati dalle Sezioni Unite della Cassazione nella sentenza Lucci: il principio è che, anche se la prescrizione elide le condanne degli imputati, resta la confisca diretta del profitto quando (come qui) ci sia stata una precedente condanna con giudizio di merito sul reato, sulla responsabilità dell’imputato e sulla qualificazione del bene da confiscare. Dunque, allo stato, la Lega può sperare di salvare i 49 milioni solo se in appello Bossi e Belsito dovessero essere assolti nel merito; altrimenti è solo questione di tempo, ma, anche in caso di prescrizione di Bossi e Belsito, la Lega si vedrebbe comunque confiscare il finanziamento pubblico incassato ingannando Camera e Senato. Che ieri, per il danno non patrimoniale, hanno avuto dal Tribunale presieduto da Marina Orsini 754.000 e 224.000 euro di acconto a carico dei condannati Bossi, Belsito e revisori. In questo processo, approdato a Genova per competenza territoriale e sostenuto dal pm Paola Calleri dopo che a istruirlo nel 2012-2013 a Milano erano stati i pm Robledo-Filippini- Pellicano, si inseriva anche la bizzarra vicenda della Tanzania: e cioè di 5,7 milioni, dei quali 1,2 spediti il 28 dicembre 2011 da un conto genovese della Lega alla Krispa Enterprices di Paolo Scala presso la Bank of Cyprus (850.000 euro restituiti nel febbraio 2012), e altri 4,5 bonificati due giorni dopo su un conto di Stefano Bonet alla Fbme Bank in Tanzania, che li respinse perché difettava la documentazione (somma rientrata nel febbraio 2012). Gli imprenditori Scala e Bonet ieri sono stati condannati a 5 anni per riciclaggio. (Corriere della Sera)